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Roma, Mourinho: “Il problema del gol non è solo di Abraham, ma della squadra. Serve più disciplina”

Le parole di José Mourinho alla vigilia della sfida tra Betis e Roma di Europa League

La Roma si prepara ad affrontare il Betis nella quarta giornata di Europa League, la prima di ritorno. I giallorossi devono riscattare la sconfitta subita all’andata all’Olimpico una settimana fa e vogliono i tre punti per rimanere in corsa nel girone C. Un girone molto equilibrato, che vede il Betis primo a nove punti, il Ludogorets secondo a quattro, con i giallorossi dietro a quota tre, mentre l’Helsinki si trova in ultima posizione a un punto. Dopo aver affrontato gli andalusi, la formazione di Mourinho sfiderà l’Helsinki in trasferta il 27 ottobre, per poi chiudere il girone contro il Ludogorets all’Olimpico il 3 novembre. 

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Roma, le parole di José Mourinho

“Per un allenatore non è facile parlare dopo una partita finita 10 minuti prima. Qualche volta si dicono delle cose che poi vanno spiegate. Il piano di gioco è un conto, un altro conto è se i giocatori riescono a capire il piano di gioco. Ho visto la partita dalla panchina e ho avuto delle sensazioni, poi l’ho vista a casa e mi è cambiata un po’ la prospettiva. Continuo a dire lo stesso: dobbiamo avere più disciplina nel nostro gioco, quando uno o due dei nostri giocatori perdono questa disciplina c’è una conseguenza per tutta la squadra. Dobbiamo migliorare. Serve tanta concentrazione e rispetto in queste partite. Sono pochissime le partite che in questi anni abbiamo vinto con una giocata individuale”, così José Mourinho dalla sala stampa del Benito Villamarin. 

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L’allenatore portoghese ha poi parlato di Abraham: “E’ un problema nostro, di squadra. Non mi piace fare questo tipo di analisi, capisco che voi lo potete fare, ma troverete altri giocatori di alto livello di altre squadre che vivono momenti simili. Ci sono momenti. Per voi sono tutte statistiche, per noi c’è bisogno dei gol per vincere le partite. Sono dei momenti e arriverà il giorno che creeremo 4 occasioni e segneremo 4 gol. L’importante è guardarlo come squadra, senza mettere la pressione sul giocatore: noi lo analizziamo come squadra, per quello che produciamo segnamo poco. Ma l’efficacia arriverà”.

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Sui tanti infortuni e il mondiale: “Si parlava di questo mondiale già 4-5 anni fa. Ho imparato a piangere meno di come facevo prima e a vivere con la realtà delle cose. Dire che si gioca troppo, che i giocatori di oggi rispetto a quelli di ieri hanno una carriera completamente diversa, dire che i club più ricchi sono privilegiati perché possono avere una rosa che permette di fare una gestione dei giocatori, mentre quelli più ricchi si trovano in difficoltà…La verità è che secondo me ci sono i ricchi, i meno ricchi e i poveri: i poveri giocano una gara a settimana e hanno più tempo per prepararsi, i ricchi con le rose che hanno possono giocare anche ogni giorno cambiando 10 giocatori, i meno ricchi stanno in difficoltà perché giocano le stesse partite dei ricchi ma senza poter fare tutti quei cambi”. Sul ballottaggio tra Belotti ed El Shaarawy: “E’ tutto aperto: possono giocare insieme, può giocare Belotti o può giocare El Shaarawy”.