"Romano e romanista". Al momento dell'annuncio del gol, lo speaker dello stadio Olimpico ha esordito così. Perché nome e cognome non bastavano. E anche perché Edoardo Bove lo è. Romano e romanista. Nato il 16 maggio 2002. Poco meno di un anno dopo il terzo scudetto giallorosso. Contro il Bayer, nell'andata della semifinale di Europa League, ha segnato il gol che manda la Roma di José Mourinho a Leverkusen tra una settimana con un vantaggio. Di misura, ma pur sempre un vantaggio.
Una ribattuta decisa di prima, dopo la parata di Hradecky sul tiro di Abraham, che ha spiazzato difesa e portiere. Sotto la curva nord. Come l'altro suo gol stagionale, in campionato, contro l'Udinese. Anche in quell'occasione è stato Bove il più rapido a lanciarsi sul pallone dopo il rigore di Cristante che si era stampato sul palo. Bove c'è. Mourinho lo sa.
Come i tifosi che al momento della sostituzione (al 77') l'hanno applaudito forte, come in altre occasioni non era successo. Ed è proprio da quel Roma-Udinese del 16 aprile che il portoghese difficilmente ha fatto a meno del 'bambino' più impiegato in prima squadra. Cinque partite di campionato da allora, sempre in campo e per almeno un'ora di gioco. Una scelta e allo stesso tempo una necessità visti gli infortuni delle ultime settimane. Così a centrocampo si è creato uno spazio per Bove e lui a sua volta di partita in partita continua sempre più a entrare nei meccanismi di un reparto stravolto rispetto ai pensieri di inizio stagione.
"L'anno scorso entrava a 5 minuti dalla fine, quest'anno invece a 20-30, poi a giocare da titolare. Crescendo sempre di più". Questa la fotografia di José Mourinho nel post gara. Basti pensare che Bove ha chiuso la passata stagione con 96 minuti giocati in totale. Ora è a quota 922.
Bove: "Che emozione, sono contentissimo"
"Le emozioni del gol? Non sono un freddo, sono contentissimo, soprattutto per il risultato della squadra - ha dichiarato Bove nel post partita. Era fondamentale vincere, giovedì andremo in Germania con la stessa voglia e lo stesso carattere di oggi. Spirito di gruppo? Assolutamente sì, in Europa bisogna mettere cattiveria e intensità in ogni palla, altrimenti vai in difficoltà. Oggi siamo contenti della partita che abbiamo fatto. Loro ci hanno messi in difficoltà all'inizio con le ripartenze, sono molto rapidi in attacco, ma abbiamo preso le misure e fatto una grande partita. A chi dedico il gol? Nessuno in particolare, alla mia famiglia e alle persone che mi sono sempre vicine. Sembra una cosa banale - ha concluso Bove a SkySport - ma non lo è, è importante per fare bene".