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Data: 28/11/2018 -

River, il presidente D'Onofrio attacca il Boca: "Adesso basta, venite a giocare"

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Il presidente del River attacca pesantemente la CONMEBOL ed il presidente del Boca Juniors, rei di non voler disputare la finale di ritorno di Copa Libertadores al Monumental
Il presidente del River attacca pesantemente la CONMEBOL ed il presidente del Boca Juniors, rei di non voler disputare la finale di ritorno di Copa Libertadores al Monumental

Rodolfo D'Onofrio non ci sta. Il presidente del River Plate punta il dito sulla CONMEBOL e sul collega del Boca Juniors Daniel Angelici, reo - a suo dire - di non voler disputare la finale di ritorno di Copa Libertadores dopo il 2-2 della Bombonera e a seguito degli incidenti occorsi nel pomeriggio (serata italiana) di sabato 24 novembre.

"Che il Boca non voglia giocare è evidente ormai", ha chiarito D'Onofrio in conferenza stampa alla vigilia della sfida al Gimnasia La Plata, valida per la semifinale di Coppa d'Argentina: "Al presidente Angelici dico che è arrivato il momento di smetterla. Non ha mantenuto la parola. Tutto il mondo ci sta seguendo, ed è arrivato il momento di finirla con questa vergogna, con le scartoffie. Il sapore di questa Coppa non è più lo stesso. Fatela finita e venite a giocare: possiamo vincere entrambi, i vostri giocatori non hanno paura di nessuno".

Un messaggio forte, come nello stile del n.1 del River. Pur utilizzando dei toni decisamente accesi, D'Onofrio ha comunque provato a tendere la mano ai rivali del Boca, seppur in un modo tutto proprio: "Non è la fine del mondo se si perde, nessuno deve lasciare il Paese in caso di sconfitta. Siamo tutti responsabili di quello che è successo, non di quello che hanno fatto quei 50 criminali ma di quello che succede nella nostra terra". In chiusura, il presidente ha comunque auspicato un ritorno sui propri passi da parte della CONMEBOL, l'organo di controllo sudamericano, sulla decisione di giocare la sfida fuori dall'Argentina.

"Non si può punire il River per quello che è successo. Se il governo e la città non sono in grado di offrire garanzie per logistica e sano svolgimento di una partita allora vuol dire che il nostro paese è messo davvero male. Noi, comunque, giochiamo anche sulla luna. Se non disputeremo la sfida al Monumental restituiremo tutti i soldi che abbiamo incassato, ma fin quando non ci diranno che si giocherà fuori dalla città non procederemo. Chiedo scusa, dal profondo del cuore, a tutti quei 66.000 tifosi a cui sono stati rovinati due giorni di festa da parte di gente che sicuramente non aveva neanche i biglietti per la sfida".

River che, intanto, ha optato per un allenamento assai particolare in vista del match col Gimnasia: nella giornata di oggi, infatti, i giocatori si sono resi protagonisti di una seduta di riattivazione in un salone dell'albergo in cui risiedono. Un modo particolare per tenere le gambe allenate in vista di un'altra sfida, certamente meno importante ma che potrebbe comunque portare il River sulla giusta strada per la conquista di un altro trofeo.




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