Dopo la decisione del Consiglio Federale di far riprendere il campionato di Serie C, le reazioni delle società coinvolte sono state molteplici e spesso non in linea. Il direttore sportivo del Rimini Ivano Pastore alza la voce per far valere le ragioni della società ultima in classifica con 21 punti nel girone B: “Non ci sono le condizioni per continuare ora e sono convinto che sarà ancora così nelle prossime settimane. Ho visto il protocollo che il CTS ha validato per la Serie A. Non credo sia applicabile in C”.
Pastore non si spiega come si possa continuare a giocare quando 54 presidenti su 59 avevano votato per lo stop definitivo, preoccupati per le condizioni sanitarie ed economiche dopo una ripresa affrettata: “C’è stato ostracismo da parte del Consiglio Federale. Hanno bocciato tutte le nostre proposte come quella di bloccare almeno le retrocessioni in caso di ripresa. È stata una mancanza di rispetto verso i presidenti che investono. Quasi tutti volevano fermarsi. Quindi ora bisogna trovare un punto di incontro”. Per il direttore Sportivo è stato un errore equiparare la Serie A con la C: “Quando si tratta di doveri siamo tutti professionisti, quando ci sono di mezzo i diritti noi siamo di Serie C”.
Le difficoltà sono oggettive. In casa Rimini si guarda al futuro con preoccupazione: “Ci si doveva fermare e pianificare bene la prossima stagione, che sarà di grandi sacrifici. Dobbiamo prepararci a perdere 4/5 mesi di incassi da botteghini e sponsorizzazioni”. Ma la società rispetta gli impegni presi con i giocatori, che si allenano ancora a casa: “A breve pagheremo ai nostri tesserati la mensilità di Marzo. Hanno famiglie ed è giusto che possano arrivare tutti alla fine del mese”.