Per capire chi è Alessandro Spanò basta dare un'occhiata al suo profilo Instagram. In pieno lockdown ha postato la foto di Jesse Owens insieme a Luz Long. Un classico, certo. Ma da un calciatore di 26 anni, diciamoci la verità, non te l'aspetti. Non tanto per la foto ma per la profondità del pensiero che allega. E quelli che lo conoscono, che l'hanno vissuto in questi sei anni intensi di Reggiana, ci raccontano che è così anche nello spogliatoio. Un leader silenzioso: gli basta una parola per attirare l'attenzione, una frase per spiegare un concetto e un'occhiata per farti capire che stai sbagliando. Il capitano professore, che quando lo ascolti ti dimentichi della carta d'identità e anche se sei più anziano di lui lo segui volentieri, perchè tanto indossa bene le vesti da capitano tanto riesce ad esserlo con umiltà.
E questo lo hanno sempre notato tutti. Una testa che forse per il calcio era anche troppo, ed è per questo che poi la decisione di oggi non stupisce più di tanto. Certo, un colpo durissimo, per tutti. A Reggio ancora i tifosi devono riprendersi. Sembrava ieri quando nel 2015 segnò il gol all'Ascoli, all'ultimo minuto, nei quarti di finale Playoff: in quell'occasione il telecronista della tv ufficiale urlò “gol di Spanò” sedici volte. Da lì in poi a Reggio Emilia divenne la terza persona in ordine di importanza dopo il sindaco e Rimantas Kaukenas, della Pallcanestro Reggiana. Oltre a questo, ci sono stati altri due momenti chiave della sua carriera.
Uno nel 2018. Quello fu il momento più difficile: le rotture del legamento crociato anteriore e del legamento collaterale interno del ginocchio lo tennero lontano dai campi quasi sette mesi. Una volta pronto ritrovò la squadra in Serie D, dopo il fallimento. Alla prima partita dal recupero segnò una doppietta. Dettaglio: è - era - un difensore centrale. L'altro appena dodici giorni fa: Reggiana-Novara, semifinale Playoff, il suo gol è stato decisivo per ottenere la finale con il Bari.
Poi la settimana dopo sono arrivate promozione in B e laurea: “La laurea è stato un traguardo diverso” disse a gianlucadimarzio.com .“Forse ancor più emozionante, perchè non è solo mio personale ma di tutte le persone che mi circondano: amici, compagni di squadra, società e tifosi. A loro devo tutto, e non finirò mai per ringraziarli. Sei anni fa mi accolsero che ero un ragazzino, ora sono cresciuto, ed aver conquistato questo successo con quella che considero la mia città è qualcosa di straordinario”.
Aveva la voce piena di gioia, era emozionatissimo, ma neanche noi, così come i suoi compagni di squadra avevamo pensato cosa realmente gli stesse frullando per la testa: “Il mio destino è compiuto. Ma ora è arrivato il momento di seguire il cuore: ci sono altre parti di me che sgomitano; è arrivato il momento di prendere un'altra strada che mi porterà lontano dal calcio”, ha detto oggi, annunciando il suo ritiro.
Ma fidatevi, ne vale la pena. A insaputa di tutti (anche dei suoi compagni: “Cosa posso dire; stamattina quando mi hai comunicato la tua decisione e ci siamo parlati la commozione è stata tanta” ha scritto Varone su Facebook, facendo intendere che nessuno sapeva qualcosa) Spanò ha ottenuto una borsa di studio in una Business School internazionale, vinta diversi mesi fa. Prima andrà a Shangai, poi a Londra e infine a San Francisco. Farà quello che più ama fare, quello che gli dice il cuore.
“Ora quel fuoco di curiosità che arde dentro di te è diventato indomabile, e ti vuole portare alla scoperta del mondo. Forse sei matto, ma tutti i bambini sono un po’ folli. Comincia un nuovo capitolo della tua vita, ma di questo non posso svelarti ancora molto. Vai a scoprirlo, come sempre con il cuore in mano, e lasciati guidare dal destino” dice a se stesso su Instagram. Persona di spessore prima che calciatore. Non resta che fargli un enorme in bocca al lupo.
a cura di Alessio De Giuseppe