Mourinho in 10 crisi: quando è lo sfogo a essere Special
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Data: 29/08/2018 -

Mourinho in 10 crisi: quando è lo sfogo a essere Special

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Contro il Tottenham sconfitta e nuovo show in conferenza stampa: lo Special One ha abituato tutti a grandi successi, ma anche a clamorose crisi. I 10 sfoghi della carriera dell'allenatore portoghese che hanno fatto più rumore
Contro il Tottenham sconfitta e nuovo show in conferenza stampa: lo Special One ha abituato tutti a grandi successi, ma anche a clamorose crisi. I 10 sfoghi della carriera dell'allenatore portoghese che hanno fatto più rumore

Uno sfogo decisamente… Special. Perché capita a tutti gli allenatori di dover fare i conti con un periodo difficile della carriera in cui le proprie squadre non riescono a trovare gioco e risultati, ma quando si tratta di José Mourinho tutto – come sempre – viene amplificato.

‘Merito’ dello stesso allenatore portoghese, sempre grandissimo protagonista sul piano mediatico: alcuni degli sfoghi dello Special One sono già passati alla storia, elenco arricchito dalle parole pronunciate dal portoghese nel post sconfitta con il Tottenham (clicca qui per vedere il VIDEO).

L’ultima crisi dello Special One è coincisa con un nuovo sfogo in conferenza stampa che ha fatto velocemente il giro del web. L’ultima sfuriata appunto, ma non la sola. Ecco i 10 momenti in cui José Mourinho ha dato il meglio di sé lontano dal campo di gioco.




“Ho vinto più io degli altri 19 messi insieme!”

Agosto 2018, seconda partita di Premier. Lo United cade a Old Trafford contro il Tottenham: 3-0 senza storia. Nel post gara, Mourinho si scatena chiedendo rispetto: “Sì, conosco il risultato e so che abbiamo perso 3-0. 3, che per me è anche il numero di Premier League che ho vinto. 3, più di quanto gli altri 19 allenatori mettano insieme. Rispetto. Rispetto", lo sfogo dello Special One che abbandona anzitempo la sala stampa.

“Per anni è stato difficile per le persone a cui non piaccio”

Marzo 2018, lo United viene sconfitto a Old Trafford ed eliminato a sorpresa dalla Champions League per mano del Siviglia. Qualche giorno dopo Mourinho è protagonista di uno show di 12 minuti in conferenza stampa (clicca qui) in cui ha ricordato come lo United sia tornato al successo con lui in panchina (Europa League 2016/2017): “Sono vivo e sono qui. Capisco che per molti, molti anni è stato davvero difficile per le persone a cui non piaccio: da 10 mesi non vinco nulla, ho battuto il Liverpool e il Chelsea e ho perso col Siviglia e ora tocca a loro essere felici”.


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“Non siete dei clown alla festa del City”

Rimandare la festa scudetto del Manchester City, amara consolazione per lo United della scorsa stagione. Squadra di Guardiola avanti 2-0 all’intervallo e pronta a festeggiare il titolo proprio all’Etihad Stadium davanti ai rivali di sempre, ma Mourinho nello spogliatoio dà il meglio di sé. “Nell’intervallo non ha parlato molto, ma ha detto una frase che ha lasciato il segno, che ci ha scosso: 'Non dobbiamo essere dei clown che stanno in piedi a guardare come il Manchester City festeggia la Premier'. Parole geniali che ci hanno dato la carica", ha ammesso Smalling nel post gara. Risultato? 2-3 a favore dello United e festa City (temporaneamente) rimandata.





“Un pagliaccio a bordocampo”

Un ‘duello all’italiana’ in Premier League. Ottobre 2016, lo United di Mourinho viene schiantato dal Chelsea. Antonio Conte, all’epoca allenatore dei Blues, si lascia andare a una delle sua solite esultanze, caricando a più riprese il pubblico. Al fischio finale del match, Mourinho non nasconde il suo disappunto: “Non si esulta così sul 4-0, puoi farlo sull'1-0 altrimenti è un'umiliazione per noi”, le parole pronunciate nei confronti di Conte. Un duello mediatico che durò diversi mesi, con Mourinho che indirettamente definì l’allenatore italiano come un “pagliaccio a bordocampo”, con tanto di replica dello stesso Conte. Insulti e accuse reciproche a segnare un altro momento di crisi della carriera di Mourinho.


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“Esonero Chelsea? Cacciano il migliore allenatore della loro storia”

Sempre Premier, ma questa volta panchina (e polemica) del Chelsea. Le voci di un suo esonero circolano sempre con maggiore insistenza, ma lo Special One contrattacca a modo suo in conferenza stampa. "Se il Chelsea vuole cacciarmi deve farlo, perché io non scappo. Vincere il titolo adesso è molto difficile perché la distanza è tanta, ma sono convinto che finiremo fra le prime 4. È un momento cruciale nella storia del club perché se mi esonerano, cacciano il miglior allenatore che questa società abbia mai avuto".





"¿Por qué, Por qué?"

Aprile 2011, José Mourinho siede sulla panchina del Real Madrid. Dopo la sconfitta nella gara d’andata della semifinale contro il Barcellona, lo Special One si lascia andare a uno sfogo divenuto ormai celebre: "¿Por qué, Por qué?". “Perché finisco sempre le partite contro loro in 10”, “Perchè il Barcellona ha tanto potere?”, “Perchè gli arbitri e l'Uefa lo favoriscono?”. Una serie di accuse pesanti contro il Barcellona, che ha portato l’UEFA a squalificare Mourinho per 5 giornate, poi ridotte a 3.


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“Chi vorrà fischiarmi sappia che sarò in mezzo al campo domani alle 21.20”

Tra il pubblico del Real Madrid (ma con tutto l’ambiente madridista in generale) e José Mourinho, il feeling non è mai nato. Fischi, contestazioni, pañolade: quella iniziata nel 2010 e conclusasi tre anni dopo è stata una storia davvero tormentata. “Chi vorrà fischiarmi sappia che sarò in mezzo al campo domani alle 21:20 in punto”, la provocazione lanciata da Mou nei confronti del pubblico Real dopo una sconfitta della sua squadra. E il pubblico del Bernabeu non ha perso occasione per ‘salutarlo’ a proprio modo.




“Prostituzione intellettuale e zero titoli”

Una delle sfuriate più famose dello Special One risale ai tempi in cui allenava l’Inter. Dopo un rigore concesso contro la Roma, Mourinho si lasciò andare in uno degli sfoghi più celebri della sua carriera: “A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l'onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l'opinione pubblica per un mondo che non è il mio. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali".


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“Io come Robin Hood”

L’impatto con la Serie A e il mondo comunicativo italiano di José Mourinho è stato fin da subito devastante. Nei suoi anni in Italia lo Special One si è più volte scagliato contro tutto e tutti, definendosi addirittura come Robin Hood. "Noi abbiamo Inter Channel con i suoi 45.000 abbonati, la Juventus ha Tuttosport e il Milan ha 3 tv e i giornali. E’ per questo che mi piace lavorare all’Inter, perché è difficile. Mi sento un po' come Robin Hood", affermò in un famoso programma televisivo Mourinho.




Le manette di Mou

Un gesto che ha fatto più rumore di qualsiasi altra parola. Febbraio 2010, l’Inter affronta la Sampdoria in campionato. I nerazzurri sono addirittura in nove uomini, José Mourinho – in totale contrasto verso le decisioni arbitrali – mima il gesto delle manette nei confronti del direttore di gara Tagliavento. Uno sfogo silenzioso che costò a Mourinho tre giornate di squalifica e una multa di 40 mila euro.



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