Il PSG è primo in Ligue 1, con 13 punti di distacco dall'OM secondo. Domenica scorsa gli uomini di Pochettino ne hanno fatti cinque al Lille, 'vendicandosi' così per il titolo 'soffiato' l'anno scorso. Venerdì invece hanno vinto contro il Rennes (1-0, gol di Mbappé al 93'), consolidando il primato in campionato. Eppure in casa Paris Saint-Germain non tira buona aria. Tutt'altro: la cronaca di venerdì scorso ne è la prova, con scioperi della curva, proteste e striscioni contro tutti nei primi quarantacinque minuti del match. Del resto ormai è evidente: per i parigini ormai vincere il campionato non basta più.
"Non ne possiamo più"
A Parigi l'arrivo di Al-Khelaifi, oltre a una squadra supercompetitiva e piena delle più grandi stelle del calcio mondiale, ha portato anche l'altra faccia della medaglia: il pubblico ora è “viziato”. Passateci il termine, ma rende bene l'idea: il primo posto in classifica in campionato, sogno di qualsiasi tifoso di calcio di ogni angolo del mondo, non basta per essere contenti e soddisfatti. Neanche se i punti di distanza dalla seconda sono tali da poter permettere alla squadra di Pochettino una vacanza di un mese. No, non basta più: a Parigi c'è una forte protesta in atto, scaturita dall'eliminazione agli ottavi di finale di Coppa di Francia, contro il Nizza, che ha fatto strabordare il vaso delle cose che non vanno più bene al tifo organizzato parigino, che ha deciso di alzare la voce: “Non ne possiamo più” è stato il titolo del lungo comunicato del Collectif Ultras Paris, divulgato una settimana fa.
La forte protesta di venerdì sera
Nel mirino del tifo organizzato parigino ci sono tutti: dai giocatori alla dirigenza. “Da troppo tempo questo club ci dà un'immagine che non tolleriamo più. L'immagine di una società che vuole espandere il suo marchio a livello mondiale, ossessionato dalla vendita di magliette a tal punto da dimenticarsi i colori sociali, facendo giocare la squadra in casa con le maglie da trasferta, offendendo il nostro pubblico; l'immagine di un club che mette in fila star come un bambino viziato, senza preoccuparsi di una coerenza sportiva”. E ancora: “Per questo club sembra che le stagioni comincino tutte a febbraio, snobbando le competizioni nazionali”. E infine: “Gestione sportiva incomprensibile, tra cambi allenatori senza mai un progetto di gioco coerente con le scelte di mercato, giocatori per i quali il calcio non sembra essere più una vera priorità, mancanza di rispetto per la squadra femminile, gestione dei giovani incomprensibile”.
Questo e molto altro si può leggere nel comunicato di protesta degli ultras del PSG, che venerdì hanno anche fatto sciopero del tifo per i primi quarantacinque minuti, tirando fuori striscioni con messaggi rivolti ancora alla dirigenza: "La nostra pazienza ha un limite”, “Una gestione che puzza di m***a. E si sente". O ancora: "Dirigenti irrispettosi, giocatori senza voglia, maglie senza i nostri colori: l'unico triplete del PSG". Oppure: "Leonardo, è giunta l’ora di andarsene?". L'unico risparmiato è Marquinhos: "L'esempio da seguire", ha scritto la Virage Auteuil. E, infine, al momento dell'annuncio di Pochettino dallo speaker, si sono sentiti pure i fischi del Parc des Princes. Atmosfera grigia, confermata anche dopo la fine della partita: dopo l'1-0 sul Rennes, i giocatori del PSG non sono andati a salutare la Virage Auteuil (la curva del tifo organizzato parigino) che ha ricominciato a fischiare copiosamente i giocatori.
Sembra la cronaca di una squadra sull'orlo di un fallimento sportivo. In realtà si parla della squadra di Messi, Neymar (pronto a tornare dopo l'infortunio di novembre scorso) e Mbappé, prima in campionato e con un ottavo di finale di Champions League contro il Real Madrid dietro l'angolo, tutto da giocare e con tutte le carte in regola per passare. Un match che per il PSG profuma già da gara da dentro o fuori, non solo dalla Champions. Perché ormai è chiaro: ai tifosi parigini, la vittoria del campionato non basta più, e se a fine maggio il PSG dovesse vincere 'solo' la Ligue 1, si parlerà davvero di stagione deludente, per non dire, appunto, fallimentare. A Parigi, con il sogno triplete svanito, ora si reclama la 'coppa dale grandi orecchie'. Martedì, quindi, la sfida al Real. Tutto si può dire, meno che il Paris Saint-Germain prepari in tranquillità e senza pressioni un doppio incontro in cui gli uomini di Pochettino si giocano praticamente tutto. Potrebbe sembrare assurdo dirlo o leggerlo, ma è sembrato questo il messaggio forte della piazza.