"Mai stati in B? Ciao Inter, è stato bello". La spontaneità oltre al progetto, in casa Pordenone. Finalmente pronto ad entrare nella sua nuova casa, quella Serie B inseguita da quando nel 2014 i friulani hanno fatto ritorno tra i professionisti. "Ne abbiamo fatta di strada", racconta Matteo Lovisa, giovane responsabile dell'area tecnica neroverde, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. "I campionati si vincono con pazienza, capacità di pianificare e spirito di squadra. E i fatti ci hanno dato ragione".
73 punti, nessun ko in trasferta (record a livello europeo), primo posto nel girone B. Sabato è arrivato anche il trionfo in Supercoppa di Serie C: per il Pordenone è l'annata dei record. "Nella mia testa già da gennaio avevamo capito di aver per le mani qualcosa di grande: non siamo intervenuti sul mercato perché eravamo convinti di essere la squadra...più squadra di tutte, se non la più forte".
Fino al 28 aprile 2019: 3-1 sulla Giana Erminio e B-day in Friuli. "Il ricordo della festa? Innanzitutto bagnato: c'erano pioggia e vento che non vi dico", scherza Lovisa. "Però grande gioia, insieme a tutta la città che aspettava con noi questo momento. Siamo stati bravi e intelligenti a gestire il vantaggio accumulato in classifica: quel giorno è stato il culmine di un campionato vissuto con voglia e consapevolezza. Una promozione conquistata senza pressioni, un'emozione bellissima".
"Ma c'è grande differenza tra fare bene e vincere. Che è difficilissimo, soprattutto in questa categoria", spiega il dirigente neroverde. "Ci sono tante squadre che è da tanti anni che ci provano e con budget nettamente diversi dal nostro. Quindi il percorso che abbiamo fatto vale ancora di più". Il segreto del Pordenone? "Sicuramente un progetto di lungo termine, portato avanti da tanto. E poi in questa stagione abbiamo trovato un allenatore che sa il fatto suo".
Alias, Attilio Tesser. Alla terza promozione in Serie B dopo quelle conquistate a Novara e a Cremona. "Ci ha trasmesso la mentalità giusta, non è un caso se il salto di qualità l'abbiamo fatto con lui. E il nostro andamento in trasferta penso che testimoni l'equilibrio che siamo riusciti a trovare come squadra".
Dentro e fuori dal campo. Date un'occhiata ai profili Twitter e Instagram del Pordenone: le battute sull'Inter sono solo un esempio della simpatia (letteralmente, 'emozione insieme': l'etimologia rende bene l'idea) ricercata dagli addetti ai lavori dietro le quinte. "Anche questo testimonia la nostra programmazione in ogni ambito: il campo e la gestione aziendale, il marketing e l'ambiente che ci circonda. Siamo una società che ha voglia di crescere e cerchiamo di farlo vedere".
Anche attraverso progetti che coinvolgono la comunità: dallo scorso dicembre è scattato Pordenone 2020, un'iniziativa di raccolta fondi unica in Italia. "E che fino al 22 maggio ci ha portato circa 1,2 milioni. La chiusura del crowdfunding è prevista sabato 8 giugno: la cifra che ci siamo prefissati di raggiungere è attorno ai 2,2 milioni, sono fiducioso che questi ultimi giorni faranno la differenza".
Così la dirigenza lancia i neroverdi che salgono di categoria. "Giocheremo le nostre partite casalinghe alla Dacia Arena di Udine: uno stadio grande e moderno. Sono sicuro che i nostri tifosi si faranno volentieri mezz'ora di macchina in più pur di vedere il Pordenone in Serie B".
Lo stadio Bottecchia è stretto, la città no: nelle ultime settimane si era parlato di una possibile fusione con il Treviso, ma il club ha le idee chiare. "E' una cosa che ha sempre gestito il presidente (Mauro Lovisa, papà di Matteo, ndr), io non mi sono mai intromesso. Alla fine lui ha scelto di rimanere a Pordenone in tutto e per tutto: ha fatto bene i conti e ora siamo pronti ad affrontare la Serie B in modo dignitoso e competitivo. L'obiettivo sarà per prima cosa la salvezza: faremo qualche accorgimento tecnico, ma l'entusiasmo di questa squadra va preservato".
L'essenza del Pordenone, nei ricordi di Lovisa. "Mi viene in mente un episodio, che fa capire bene quello che siamo noi. Alla fine della gara d'andata persa con la Triestina, i giocatori si sono guardati negli occhi e hanno detto: -Noi siamo più forti, andiamo a vincere il campionato-". Promessa mantenuta. "E un traguardo voluto con grande forza: il gruppo storico del Pordenone è qui da parecchi anni". Stefani, Burrai, Berrettoni. Insieme ai Lovisa, i nomi della cavalcata neroverde. Dalla Coppa Italia contro l'Inter alla festa nella pioggia: la storia continua, un gradino del calcio più in alto.