Juventus, Allegri: “Dybala deve tornare a essere se stesso”
Le parole dell’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri tra Vlahovic, Pogba e Dybala
Tra il quarto posto in campionato e le due finali perse in Coppa Italia e Supercoppa, il bilancio sulla stagione della Juventus è agrodolce alla prima stagione dopo il ritorno di Allegri sulla panchina bianconera. Proprio l’allenatore ha parlato ai microfoni di Dazn dell’ultimo campionato. “Milan, Inter e Napoli ci sono arrivate davanti in classifica, ma non ci erano superiori. Se non abbiamo mai vinto negli scontri diretti, qualcosa ci è mancato sotto l’aspetto caratteriale o della gestione”, afferma l’allenatore com,e riportato dalle anticipazioni di Tuttosport.
Le parole di Allegri tra Pogba e Vlahovic
Ch potrebbe aiutare da questo punto di vista per la prossima stagione potrebbe essere Pogba. Ma Allegri smorza gli animi. “Paul non tornerà perché ha paura di sfidarmi… Prima ha perso con i piedi, poi con le mani, quindi è andato via. Il vero motivo per cui se n’è andato è questo e difficilmente ora torna”. Per un probabile arrivo, una sicura uscita: “Dybala deve tornare a essere se stesso, c’è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi. Un giocatore non può emulare o pensare di essere come un altro. Ha ancora tanto da dare perché ha qualità tecniche straordinarie, gioca in modo divino”.
L’allenatore è intervenuto anche su Vlahovic. “Dusan può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Ho allenato Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo e Buffon: un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava… L’unico che mi è mancato allenare è Messi. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite”.
Il ritorno alla Juventus dell’allenatore livornese è nato dopo il rifiuto al Real Madrid, tema tornato caldo anche dopo il no di Mbappè. “La Juventus era una sfida, insieme alla società e ai tifosi, insieme a tutti, volevo vincere in Italia e fare bene in Europa. Nella prossima stagione potremmo anche vedere una Juve con due esterni”.