"Avevamo un dovere: vincere". Dario Mirri ha il sorriso di uno che sa di aver risposto puntualmente ad un obbligo che aveva verso la piazza di Palermo, riportandola in dodici mesi tra i professionisti. Era il 24 luglio 2019 quando il sindaco di Palermo Leoluca Orlando assegnava la società alla Hera Hora, con il compito di ricostruire il club rosanero dopo il fallimento.
Quasi dodici mesi più tardi i due si sono ritrovati uno al fianco dell'altro per festeggiare il primo passo di quella che tutti, dentro la società, sperano possa essere l'inizio di una cavalcata. "Quando il sindaco ha assegnato il Palermo ad Hera Hora non avevamo nulla - racconta Mirri - In 15 giorni Sagramola ha costruito le fondamenta. È stato un campionato entusiasmante, interrotto drammaticamente per le note vicende. Abbiamo avuto una squadra vera che ci ha rappresentato nel modo migliore. Ricordo tutti i momenti della stagione, tutto è stato conquistato con la capacità e l’organizzazione della società, unite al cuore ed i polmoni dei giocatori ed il cuore della città".
"Il Palermo non è il giocattolo di nessuno"
La gioia per la promozione in Serie C, che domani verrà ratificata dal Consiglio di Lega della LND che ufficializzerà le classifiche finali del campionato di Serie D, va in contrasto con i dissidi interni alla società tra i due soci, Mirri e Di Piazza. Quest'ultimo, qualche settimana fa, ha rassegnato le proprie dimissioni da vicepresidente del Palermo. Una scelta frutto di varie incomprensioni con il socio di maggioranza: la scelta dell'allenatore per la prossima stagione è stata solo la punta dell'iceberg di problemi ben più profondi.
"Lui non vive i fatti della società, lui vive sui social - esordisce Mirri - Credo che questi abbiano fuorviato Di Piazza nel corso dei mesi mesi, seguendo un percorso che non era istituzionale. Sono fraintendimenti e distanza, non ci sono stati altri elementi di disaccordo tranne quello del premio promozione che Di Piazza non voleva riconoscere ai giocatori. Il Palermo non è un giocattolo di nessuno. Io guardo la Juventus: non mi pare che in una società come quella avvenga un fatto del genere. Guardiamo a chi avanti a noi, non chi è dietro. Se io ho versato il 60% e lui il 40% c’è un motivo".
Proprio sul 40% di Di Piazza, Mirri ha un diritto di prelazione che potrà esercitare oppure no. L'italoamericano, già a gennaio, aveva provato a coinvolgere nel Palermo Joe Tacopina, ma trovando risposta negativa in Mirri: "Dopo quello che è successo a Roma, Bologna e Venezia…" il commento del presidente rosanero.
A prescindere dalle discussioni, però, il Palermo gode economicamente di un stato di salute ottimo. Entro domani Di Piazza dovrà versare l'ultima parte della sua quota del capitale. Per Mirri è un motivo di vanto che il Palermo abbia un capitale versato interamente di quasi 7 milioni di euro che consentiranno alla società rosanero di investire sul mercato per la prossima stagione dove vorrà recitare un ruolo da protagonista. "Ricordo quando il Palermo era in Serie C, si tratta di un campionato complicato - avverte il presidente del Palermo - Il Lecce è stato sei anni in Serie C, affrontiamo una categoria difficile. Adesso il dovere diventa una possibilità di vincere".
Sagramola, tra la scelta dell'allenatore e nuovi giocatori
E sulla scelta di allenatore e giocatori un ruolo principale lo avrà Rinaldo Sagramola, insieme al ds Castagnini. I due hanno già disegnato l'identikit dell'allenatore che succederà a Pergolizzi: "Pensiamo ad un allenatore che abbia esperienza nel campionato che andremo a disputare, allenatori che prediligano lo spettacolo - spiega l'amministratore delegato - Al Barbera bisogna godere dello spettacolo calcistico, anche per soddisfare le esigenze della società".
Il Palermo avrà un vantaggio sulle dirette concorrenti visto che per due mesi potrà programmare senza dover scendere in campo: "L'impegno è quello di costruire una squadra competitiva che possa lottare in un campionato complesso e difficile - aggiunge Sagramola - I tempi non li detteremo noi, ma i calendari dei campionati. Stiamo cercando di sistemare la situazione dei giovani che avevamo in rosa (su tutti Felici, ndr) poi ci metteremo alla finestra per capire cosa accadrà".