“Niente più capriole, ho chiuso con il calcio giocato. Adesso cerco talenti in Africa”. Victor Obinna, una carriera in campo tra Serie A ed Europa, è tornato in Nigeria per ricominciare. Penna e block-notes, ora la sua vita è cambiata: “Qui è dove sono nato e cresciuto – racconta a Gianlucadimarzio.com -. Il mio secondo tempo doveva partire dall’Africa. Voglio impegnarmi al massimo per aiutare i ragazzi africani”.
Obinna ha scelto di non allenare. La sua mente viaggia veloce, tra idee e progetti: “Giro l’Africa per guardare allenamenti, seguire partite amichevoli. Qui mi conoscono tutti. Ma quando lavoro sono discreto. Osservo senza farmi notare. È importante capire il calcio che esprime un ragazzo quando non è sotto pressione”. Dalle città industrializzate ai villaggi più poveri, l’ex attaccante di Chievo e Inter è sempre in giro: “Il mio obiettivo è togliere i giovani dalla strada per portarli nelle Academy dei club. Tante famiglie sono povere e non possono garantire un futuro ai propri figli. Se un ragazzo mi piace come gioca vado a parlargli e poi mi confronto con i genitori”.
Quante lacrime. I bambini sorridono, piangono di gioia e si lasciano andare a lunghi abbracci: “Portami con te, mi dicono. Per loro sono una specie di idolo. Spesso giocano senza scarpe, anch’io ero così. Da piccolo aspettavo che tornassero i miei idoli Nwankwo Kanu e Taribo West per avere maglie, scarpette e palloni. Era bellissimo”.
Classe ’87, Obinna conta 69 presenze in A e 14 gol. Nella sua nuova vita lancia talenti africani nel grande calcio: “Prendo appunti, seleziono i ragazzi e creo una scheda da inviare ai direttori sportivi. Registro anche qualche video delle loro azioni. E’ già capitato che club di A mi abbiano contattato per visionare dei profili”.
Non solo Italia, l’ex attaccante nigeriano ha giocato anche in Liga, Premier e Bundes: “Sono riuscito a realizzarmi, mi sento fortunato.” Malaga, West Ham e Darmstadt. In mezzo tre stagioni al Lokomotiv Mosca. A 18 anni fu notato in un torneo giovanile con la Nigeria U20: “Giocavamo contro Ajax, Feyenoord e altri club. Pierluigi Casiraghi, all’epoca osservatore dell’Inter, mi vide e decise di portarmi in Italia. L’Europa era come l’avevo sempre immaginata”. Nessun problema di ambientamento, subito in campo: “Ho iniziato con il Chievo, dopo tre anni sono arrivato all’Inter. Mourinho mi chiamò in estate dicendomi che aveva bisogno di me. Non dimenticherò mai quelle parole”.
Julio Cesar, Zanetti, Stankovic, Crespo. Una squadra di campioni: “È stato l’anno più bello della mia vita. Vincemmo lo scudetto e io realizzai un gran gol contro la Roma. Quante capriole per esultare”. Lo Special One seguiva Obinna da vicino: “Era molto attento ai giovani. Io, Santon, Balotelli. Ci diceva di giocare il nostro calcio. Avevamo grandi maestri in campo, come Ibrahimovic. Voleva sempre vincere. Se in allenamento perdeva una partitella si arrabbiava con i compagni. Il suo bersaglio preferito era Viera”.
Obinna ha lasciato il calcio giocato, ma alcuni ex compagni fanno ancora la differenza in A: “Ho conosciuto Caicedo a Malaga. Aveva tutte le carte in regola per fare bene. A Mosca ho incontrato Aleksej Miranchuk, era giovanissimo. Un talento unico. Mi ricorda Ozil in alcune sue giocate. Ha margini di crescita incredibili e Gasperini saprà aiutarlo”.
Dalla Nigeria per stupire. L’Italia sta scoprendo i talenti africani: “Osimhen può diventare uno dei migliori attaccanti del campionato. Ci sentiamo spesso, mi chiama anche dopo le partite. Provo a dargli qualche consiglio, ma non vi dirò cosa ci diciamo. Si arrabbierebbe. Simy sta facendo bene già da alcuni anni. Con il Crotone può togliersi grandi soddisfazioni”.
Obinna ha raggiunto il campo dove lavorerà oggi. “Devo andare, lo smartphone mi servirà per i video”. Penna e block-notes pronti. Il prossimo talento nigeriano potrebbe già essere davanti a lui.