E menomale che non avrebbe dovuto avere un impatto immediato. Gian Piero Gasperini, lo scorso settembre, era stato piuttosto cauto su Aleksey Miranchuk, arrivato all’Atalanta a fine estate per 14 milioni e mezzo di euro. Come biasimarlo in realtà: dopo due gol nelle prime quattro partite della Premier Liga russa, a Zingonia il classe ’95 si era presentato con una lesione muscolare da risolvere e senza la possibilità di scendere in campo per diverse settimane.
I nerazzurri lo hanno aspettato, nessuna pressione. Tanto ammettiamolo pure: in quel ruolo di certo le alternative non mancano. Un mese e mezzo prima del debutto sotto la pioggia di Herning, in Danimarca, con quattro gol al Midtjylland per cancellare la disfatta di Napoli. L’ultima perla è tutta sua, per realizzarla meno di dieci minuti. Disarmante (soltanto all’apparenza) la semplicità: controllo al limite e mancino morbido sotto il sette della porta difesa di Hansen. Classe, velocità d’esecuzione e precisione: un bel biglietto da visita.
Un altro dopo i due gol a Szczesny in Champions League della passata stagione e i 16 centri totali (più 5 assist) con la maglia della Lokomotiv Mosca per un giocatore che in realtà raccontano tutti soprattutto come un ottimo rifinitore in grado di esaltarsi nella qualità dell’ultimo passaggio per i compagni.
Più di un vice Ilicic
Una giocata così dalle parti di Bergamo non avevano ancora avuto modo di ammirarla neanche in allenamento. Sì perché in queste settimane Lesha (così lo chiamano tutti) con la squadra non aveva praticamente mai lavorato: “Ha ripreso da pochissimo, non ha mai fatto una partita con noi in campo aperto neanche in allenamento”, ha spiegato Gasperini. Il più felice di tutti: ora può davvero divertirsi nelle rotazioni. In Serie A Miranchuk era arrivato per sostituire Ilicic, ma con il rientro dello sloveno è difficile pensarlo come una semplice alternativa.
Le scelte in attacco non mancano al Gasp tra Lammers, Muriel, Zapata, Gomez e Malinovskyi. Tra campionato ed Europa tutti avranno il loro spazio, dall’inizio e soprattutto a partita in corso. Un compito difficile che però sta funzionando nella maniera giusta: in cinque partite l’Atalanta ha già segnato 18 gol, nella scorsa stagione ne aveva impiegate nove, quasi il doppio.
A Bergamo lo hanno osservato per tantissimo tempo: “Siamo molto fieri di questa operazione, lo stavamo seguendo da tre stagioni e siamo convinti che riuscirà a esprimersi alla grande", aveva svelato l'amministratore delegato del club Luca Percassi al giornalista russo Nobel che, videocamera in mano, nelle scorse settimane ha seguito Aleksey passo dopo passo dagli ultimi momenti in Russia ai primi in Italia (QUI IL VIDEO).
Elogi di Messi
A Mosca Semin, l’allenatore ex generale dell’esercito sovietico, lo ha aiutato anche a eliminare qualche vezzo di troppo nelle sue giocate. Partito in cerca di fortuna dalla periferia di Krasnodar (LA STORIA) insieme alla madre e al gemello Anton, oggi anche lui trequartista e rimasto alla Lokomotiv, da tempo ha raccolto grossi attestati di stima venendo descritto come il miglior talento russo in circolazione. “Andrà alla Juventus, o al Barcellona”, prevedeva il presidente dei Ferrovieri.
In Catalogna lo avrebbe accolto volentieri Messi che cinque anni fa lo inserì in una lista che conteneva i dieci giovani a suo parere più talentuosi. “Soltanto Aleksey può impedire a se stesso di diventare un top player”, ha ribadito Vedran Ćorluka, capitano della squadra. E pensare che lo Spartak, altro club di Mosca, scartò i fratelli Miranchuk perché ritenuti ‘fisicamente non adatti’. All’Atalanta un debutto così non se lo aspettava nessuno, o forse sì. A Miranchuk non è servito neanche allenarsi, a lui basta una palla sulla trequarti.