Nélson Verissimo risponde da Estoril, dove oggi allena dopo una vita al Benfica tra giovanili e prima squadra. Non si è però dovuto spostare molto: Cascais infatti è a 28 chilometri da Lisbona, ma ha un vantaggio in più. Il Mare. Si vede anche dal suo terrazzo non appena apre la videochiamata. E il primo tuffo, è senza dubbio nei ricordi. “Quando penso a Gonçalo Ramos mi viene subito in mente un’immagine. Una di quelle che ti fanno quasi piangere. Alla mia ultima partita da allenatore del Benfica, lui non scambiò la maglia con nessuno ma venne da me. “È tua, grazie per tutto”. Credimi è un gesto che racconta alla perfezione che tipo di ragazzo è Gonçalo”.
Carisma e fame di arrivare: alla scoperta di Gonçalo Ramos
Riconoscenza come parola d’ordine quindi. “Si ma anche leadership e carisma. È molto giovane ma in spogliatoio prende spesso la parola, sprona i compagni e non ha paura di dire quello che pensa”. Nélson poi si ferma, ricorda e riprende il racconto: “Una volta stavamo perdendo con lo Sporting e lui alzò la voce all’intervallo per strigliare la squadra. Non te la aspetti una cosa simile da un ragazzo di vent’anni. Ha sempre preteso molto sia da se stesso che dai compagni”. Mentalità vincente.
Verissimo lo conosce bene, forse meglio di chiunque altro. “Sono stato io a lanciarlo da titolare sia con il Benfica B che con la prima squadra. Ha sempre esordito con me. È una coincidenza, ma in tutti gli esordi in panchina c’ero sempre io. Ma non gli ho mai regalato niente, anzi. L’ho rimproverato spesso, soprattutto all’inizio, quando non lo vedevo concentrato. Capitava che a volte era un po’ giù perché giocava poco, sai in davanti c’era Nuñez… non era facile per lui trovare spazio. Ma aveva fame di arrivare, glielo leggevi negli occhi anche quando ti parlava, non solo in campo. È stato bravo a non mollare mai”.
Quando si parla di gol si mette a ridere. “Che ti devo dire? I numeri parlano per lui. È stato scarpa d’oro all’Europeo Under 19 e poi capocannoniere della successiva Youth League con 8 gol. In tanti si sono svegliati solo dopo mercoledì, ma Gonçalo Ramos non si scopre di certo adesso”. Il feeling con la porta c’è sempre stato. Forse bastava solo crederci un po’ di più.
Mercoledì sera dopo la tripletta si sono sentiti, Nélson gli ha scritto dopo la partita. “Immagino che avrà ricevuto tantissime chiamate e un milione di messaggi, a me però ha risposto subito. In quelle tre reti c’è tutto Gonçalo. Forza, senso del gol, istinto. Gli ho detto che ero orgoglioso di lui. Lui mi ha detto grazie, proprio come me lo disse quel giorno al Da Luz quando mi diede la maglia”. Anche gli occhi, fossero stati faccia a faccia, sarebbero stati gli stessi.