E’ Rino Gattuso l’uomo del momento, lui che con il suo Napoli nella serata di mercoledì ha vinto la Coppa Italia, primo trofeo dopo lo stop forzato a causa della pandemia di COVID-19, ai calci di rigore contro la Juventus di Maurizio Sarri. Ne sono bastati quattro per trionfare, complici i bianconeri che hanno sbagliato i primi due: "Chi avrebbe dovuto calciare il quinto? Allan. Meglio non ce ne sia stato bisogno", sorride l’allenatore, che ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss: “E’ stato un percorso complicato. Con la Lazio abbiamo giocato in dieci e l’Inter in semifinale ci ha messo in grande difficoltà. La finale l’abbiamo vista come è andata. Siamo migliorati molto e possiamo crescere ancora”.
Fortissima l'empatia con il gruppo: “Sono il miglior amico e il miglior nemico dei calciatori, ma non porto rancore verso nessuno. Posso anche litigare con la mia squadra, ma nessuno deve mancare di rispetto al mio staff. Sono felice che la squadra mi abbia dato la coppa, è stato un bel segnale. Dai calciatori ho sempre ricevuto massimo rispetto dal mio arrivo”. All’orizzonte la ripresa del campionato: “Dovremo avere la testa libera. Ci stiamo preparando al meglio. Il Verona è una squadra forte e aggressiva ci metterà in grande difficoltà. Non dobbiamo pensare all’Atalanta che ha anche una partita in meno. Dobbiamo invece recuperare il nostro gioco e continuare a migliorare. Barcellona? Affrontiamo una squadra fortissima, ma noi ci arriviamo benissimo sia da un punto di vista fisico che mentale. Ce l’andremo a giocare”.
Infine sul suo percorso da allenatore: “Sapevo che non sarebbe bastato essere stato un grande calciatore. E’ stato un percorso difficile, fatto di scelte complicate che però io e Riccio abbiamo voluto fare. In questo mestiere ogni giorno c’è qualcosa di nuovo da imparare e bisogna avere tanta umiltà. Lippi? E’ un riferimento. Gestiva la squadra e le risorse in modo incredibile. Quando sono in difficoltà penso a come agiva nel prendere determinate decisioni”.