Ieri il Real Madrid si è qualificato ai quarti di finale di Champions League grazie a una clamorosa rimonta ai danni del PSG, firmata dalla tripletta di Karim Benzema. Al terzo gol del francese, che ha portato al definitivo 3-1 per i Blancos, non è chiaramente passata inosservata l'incontenibile esultanza di Eder Militao e David Alaba.
La gioia incontenibile del Santiago Bernabeu
Alle spalle di un Benzema quasi commosso, il difensore austriaco, in segno di esultanza, ha improvvisamente sollevato al cielo una sedia di plastica, probabilmente utilizzata fino a poco prima da uno dei fotografi a bordo campo della gara del Santiago Bernabeu.
Poco dopo, anche il difensore brasiliano Eder Militao ha compiuto lo stesso gesto. Una manifestazione della gioia incontenibile, propria dell'adrenalina che scatena una sfida così importante nella competizione in cui il Real Madrid, da sempre, dimostra di essere di un'altra categoria, anche quando le squadre avversarie creano di più e sembrano a un passo dall'impresa.
La rabbia di Mondonico in finale di Coppa UEFA
Le immagini del Bernabeu fanno spontaneamente tornare alla mente il ricordo del medesimo gesto compiuto da Emiliano Mondonico, ex allenatore del Torino, il 13 maggio 1992, nella finale di ritorno di Coppa UEFA contro l'Ajax. Le circostanze, però, erano decisamente diverse.
I granata erano alla prima finale europea della propria storia, guidati dal talento di Enzo Scifo, Gianluigi Lentini, Walter Casagrande e Martin Vazquez, ed erano reduci dal pareggio dell'andata per 2-2 al Delle Alpi.
Per via della regola dei gol fuori casa (modificata proprio quest'anno), all'Olympisch Stadion di Amsterdam il Toro deve obbligatoriamente vincere o pareggiare con almeno 3 gol per conquistare il trofeo.
I granata attaccano a testa bassa fin dall'inizio della gara, mostrando la tenacia e la personalità che li aveva portati a battere in semifinale proprio il Real Madrid, in cui ai tempi dominavano Hierro e Butragueño. Ma, dopo il clamoroso palo colpito al 20esimo del primo tempo da Casagrande, la porta dell'Ajax sembra stregata.
Nella ripresa si arriva al momento che è passato alla storia. Roberto Cravero, capitano granata, cade in area di rigore dopo un contatto con Frank De Boer. Nel '92 ovviamente non esistevano Var o moviole in campo, e rivedendo l'episodio oggi probabilmente si può dire che il penalty non andasse assegnato, ma dalla panchina in cui sedeva Mondonico sembrava netto.
L'allenatore granata compie un gesto totalmente inaspettato, qualcosa di mai visto nel calcio fino a quel momento: prende una sedia di metallo, utilizzata a quei tempi proprio per formare la panchina dello staff tecnico, e la solleva al cielo. Senza inveire contro l'arbitro, senza alzare la voce. Un'azione semplice, in segno di protesta, rabbia e forse anche consapevolezza del destino a cui il suo Torino stava andando incontro.
Infatti, a un minuto dalla fine, i granata colpiscono un altro legno con Gianluca Sordo, ragazzino delle prolificissime giovanili granata guidate dal maestro Sergio Vatta, ma la gara finisce 0-0. L'ultima beffa in una giornata maledetta per il Torino: un altro capitolo iconico di una storia lastricata di sofferenze e delusioni.
Parallelismi tra Madrid e Amsterdam vivi nella forma, non certo nel contenuto, ma sicuramente entrambi i gesti rimarranno nell'almanacco delle emozioni, positive e negative, che procura il calcio, a tal punto da compiere azioni fuori dal comune. Inoltre, il Destino ha voluto che Alaba e Militao alzassero la sedia al cielo proprio nel giorno in cui Il Mondo, mancato il 29 marzo 2018, avrebbe compiuto 75 anni.