Mazzocchi, un treno a destra per il nuovo Perugia di Cosmi
Utilizzato poco da Oddo, è rinato dopo il cambio in panchina. Dalla scalata col Parma alla passione per i neomelodici. E per i disegni. Non solo sul suo corpo
Per arrivare al Renato Curi, tanti perugini salgono su un trenino. Si chiama mini metrò e collega varie zone della città allo stadio. E dentro al catino di Pian di Massiano, da un paio d’anni vedono ripartire un altro treno. Fascia destra, carrozza numero 7. Il suo nome è Pasquale Mazzocchi, detto Pako. Esterno e puntello fondamentale del 3-5-2 di Serse Cosmi.
Chilometri scaricati da quinto di centrocampo e una pioggia di cross per i due attaccanti. Dall’avvento di Serse, il ragazzo del ’95 è stato un incubo per chi se lo è trovato davanti. Migliore in campo nella sconfitta di Verona e un martello nelle successive gioie. Sia nella vittoria contro il Livorno, sia in quella di Castellammare.
Mazzocchi: corse, tatuaggi e …. neomelodici
Dalla sua parte, spesso attraverso combinazioni con Falzerano, sono nate le migliori occasioni. Mazzocchi e Falzerano, un duo che potrebbe fare faville anche su un palco. Marcello al piano, Pasquale alla voce. “Canto dalla mattina alla sera”, disse alcuni anni fa. Niente trap o hip hop. Solo o soprattutto neomelodici. Da Anthony ad Alessio, una passione nata in gioventù, tra le stradine di Barra, periferia est di Napoli.
Da lì Pasquale ha iniziato la sua corsa, dribblando difficoltà ambientali e familiari. La mappa del suo percorso ce l’ha sulla pelle. Un museo di tatuaggi che è vetrina e bottega della sua anima. Sull’intera schiena si è tatuato il volto di Gesù. La fede è stata sua compagna in questi 24 anni. Credere in Dio e in se stesso, mantra obbligato per un ragazzo costretto a lottare come un leone – tatuato sul bicipite destro – fin da bambino.
Ha dovuto correre più forte del destino in fretta da subito. Per non farsi trattenere la maglia dalle facili tentazioni della strada sbagliata, per provare a essere un calciatore. Ce l’ha fatta, partendo dalla scuola calcio di mister Araimo e crescendo nelle giovanili di Benevento e Verona.
Impostato come esterno d’attacco e trasformato a Parma da D’Aversa in esterno basso.
Una svolta decisiva per la sua carriera: insieme hanno vinto due campionati, dalla serie C alla A in 18 mesi. “La gioia di chi ci ha sempre creduto e non ha mai mollato”, scrisse su Instagram poche ore dopo. Parlava del Parma e di se stesso.
La doppia promozione della squadra in cui ha passato tre anni e un nuovo foglio bianco da firmare. Non uno dei disegni che ha sempre fatto nel tempo libero – tra cui un ritratto del suo idolo CR7 – ma un contratto col Perugia. Arrivederci alla serie A e a Parma, una società che continua a seguire la sua crescita.
Mazzocchi, Perugia e quel no al Crotone
Chi se la gode però è un club che ha un accordo con lui fino al 2022. Una società che negli ultimi giorni di mercato ha resistito all’assalto del Crotone, che ha bussato con forza alla porta del suo agente Luigi Lauro. Cosmi e il direttore sportivo Goretti hanno detto no. Perché l’ambizione di tornare in alto è un’avventura da vivere insieme. Perché nella scorsa stagione Mazzocchi è stato il migliore uomo assist tra i terzini. Con Nesta in panchina ha chiuso l’annata giocando a sinistra. Terzino del 4-3-1-2 che ha sognato una promozione sfumata nel playoff di Verona.
Quest’anno le cose non erano iniziate bene. Tante panchine vicino a Massimo Oddo, che gli ha preferito spesso Aleandro Rosi tra i 4 dietro. Il modulo ad albero di Natale sbarrava la porta a un altro esterno. Poteva essere l’anticamera di un addio anticipato da Perugia, ma il cambio di allenatore ha cambiato il volto della stagione di Mazzocchi.
E il treno sulla destra ha ricominciato a viaggiare. L’ultima fermata è stata Castellammare di Stabia, stadio Menti. Distante 26 chilometri dalla sua Barra. Pasquale ne ha percorsi la metà in quei 90 minuti. Avanti e indietro, tra cross e palloni recuperati. Poi è tornato a casa dal suo migliore amico: Jason, un cagnone bianco che lo accompagna ovunque.
Magari anche in serie A, prossima fermata di quel treno chiamato Pako Mazzocchi 7.