Nel 2014, durante la presentazione all'Hellas Verona, parlava in croato, ma aveva garantito che presto avrebbe imparato l'italiano. Dopo neanche 4 mesi e ve lo assicuriamo ora, a distanza di sei anni, la sua promessa è stata mantenuta. Ivan Martic, terzino classe '90, ci parla dalla Svizzera, dove lo attende una nuova esperienza: "Il Sion puntava forte su di me e per questo ho accettato". Tuttavia il futuro di Martic avrebbe potuto essere diverso: infatti "prima della pandemia - svela ai microfoni di gianlucadimarzio.com - ero molto vicino alla Turchia. La mia mente era già proiettata lì, ma il Coronavirus ha fatto saltare tutto". Diversi club turchi si erano interessati a lui, ma nulla si è concluso. Così l'ha spuntata il Sion e Martic ha accettato il progetto guidato dal campione del mondo Fabio Grosso: "Sono qui solo da 10 giorni ma ho già capito che è una grande persona, con tanto carisma. Mi ha subito fatto vedere ciò che vuole da me".
SVIZZERA: UN RITORNO AL PASSATO
Una scelta, la sua, quasi nostalgica. Torna in Svizzera, dove è nato e cresciuto: "Qui - afferma - conosco bene il campionato". Martic ha vissuto diversi anni tra San Gallo e Sciaffusa: "Un viaggio lungo e faticoso". Difficile emergere in una realtà in cui "le squadre minori puntavano più sui giocatori anziani e di esperienza". Ma, nonostante i pochi spazi concessi ai giovani, con impegno e sacrificio il terzino croato ce l'ha fatta. Un percorso, quello svizzero, che, oltre alle emozioni, gli ha lasciato il ricordo più bello su un campo da calcio. Mosca, Russia 2013: il San Gallo, dopo l'1-1 all'andata, deve affrontare lo Spartak Mosca. Ci si gioca il passaggio ai gironi di Europa League. Il San Gallo domina 4-2 e conquista i gironi: "Lì - racconta - siamo riusciti a fare un miracolo. Eravamo una piccola squadra, da 8 milioni di budget e abbiamo buttato fuori lo Spartak Mosca ai preliminari. Mi ha fatto capire quanto è importante fare gruppo e che non conta la tecnica del singolo ma l'unione".
ITALIA: TRA HELLAS E SPEZIA
Con questo spirito Martic raggiunge l'Italia. L'Hellas Verona conta su di lui per lottare in Serie A: "È stato bellissimo, è stata la mia prima esperienza all'estero. Una tifoseria fantastica e una grande piazza". Un'avventura trascorsa assieme a giocatori di grandissima qualità ed esperienza, come Luca Toni: "Campione del mondo, anche come persona. È stato per noi giovani un punto di riferimento importante e determinante per la nostra crescita". Menzione speciale anche per Rafael Marquez: "Una persona splendida". Anche se "io stavo più con i giovani. Ho condiviso la maggior parte dei momenti con Gollini e Valoti".
L'Hellas conclude la stagione al 13esimo posto in classifica e Martic è pronto per una nuova esperienza. Si trasferisce allo Spezia, un ambiente "diverso rispetto a Verona". In particolare il campionato: "La Serie B è molto più tosta, tantissime squadre che lottano tra playoff e playout. È un viaggio lungo, con più di quaranta partite". Martin e i suoi compagni escono in semifinale di playoff contro il Trapani: "È stato un peccato. Ma è stata comunque un'avventura affascinante, che non scorderò mai". Martic non dimentica la casacca bianconera e fa il tifo per loro in questo lotta per rimanere in Serie A: "Spero possano farcela. Sono felice che il patron Volpi sia riuscito a coronare quello che era il sogno dello Spezia da sempre".
CROAZIA E LA FAVOLA ROMANIA
Dopo due anni Martic lascia l'Italia. Ad attenderlo c'è il Rijeka: "Qui in Croazia - racconta - ho vissuto una stagione magnifica: in un anno siamo riusciti a vincere campionato e coppa. Eravamo una grande squadra". In quell'anno il club biancazzurro riesce ad arrestare l'egemonia della Dinamo Zagabria nel campionato croato: "Negli ultimi vent'anni hanno sempre vinto loro, è stato meraviglioso interrompere il loro dominio e vincere lo scudetto con il Rijeka dopo così tante stagioni".
Fresco di trionfi, Martic viene chiamato dal CSU Craiova e accetta la destinazione rumena: "All'inizio non ero molto convinto ma dopo due o tre giorni ho scelto di firmare". Anche grazie "all'allenatore italiano Devis Mangia, che mi ha voluto fortemente lì". Le incertezze nella mente di Martic svaniscono subito e per lui i tre anni in Romania si rivelano "una straordinaria sorpresa. Mi ha colpito molto il campionato ma soprattutto la società Craiova". Tra Ivan e l'ambiente si stabilisce un rapporto speciale: "Qui la tifoseria era incredibile, erano tutti pazzi di calcio. Non ho mai visto così tanta passione, nemmeno a Verona. Era una piccola Napoli". Martic conclude un'avventura favolosa da vincitore della Coppa di Romania. Ed è proprio con la speranza di rivivere nuovamente queste emozioni che inizia un nuovo capitolo della sua carriera: "Eccomi, Sion!".
A cura di Niccolò Altobrando