Hellas Verona, Toni spiega i motivi dell’addio: “Ho visto che non contavo niente, ma quando le cose andavano male era colpa mia…”
Gol ed emozioni indimenticabili nelle stagioni vissute da calciatore, poi gli anni da dirigente. Adesso la storia di Luca Toni con l’Hellas Verona è giunta al termine: decisione presa, a spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare la società gialloblu è stato lo stesso ex attaccante nel corso di una lunga conferenza stampa: “Vorrei ringraziare tutti senza tralasciare nessuno, perché non dimentico questi quattro anni passati insieme – ha esordito Luca Toni -. Vorrei ringraziare soprattutto i tifosi perché mi hanno regalato un’altra giovinezza, questa stima nata tra di noi è stata bella e mi ha permesso di vivere bene qui. So che per loro sono stato di passaggio ma lo striscione che mi hanno dedicato nell’ultima partita è stato un bellissimo atto di stima”.
“Detto questo preciso una cosa: dopo aver vinto la classifica marcatori, la dirigenza mi propose un contratto di tre anni da dirigente ma io non avevo intenzione di smettere – ha spiegato Toni -, decisi quindi di restare un altro anno da giocatore. Poi dopo la retrocessione il Presidente mi disse che il contratto da tre anni da dirigente non poteva essere rispettato a causa dei minori introiti, quindi gli dissi che non ci sarebbe stato nessun problema e accettai in bianco un contratto da dirigente con un solo anno per riportare il Verona in A. Per me è stata una sfida ma ho passato una stagione dove è successo un po’ tutto un po’ niente, ho fatto quello che mi è stato chiesto facendo un po’ di tutto”.
Poi l’amara constatazione: “Ho visto che non contavo niente ma quando le cose andavano male era colpa mia, e quando si sistemavamo venivo messo in disparte. Il mio obiettivo è quello di fare qualcosa anche a livello dirigenziale, e io quest’anno mi son trovato con tante cose cambiate, il mio consiglio l’ho dato dove pensavo si potesse migliorare”. E sul rapporto con il ds Fusco Toni ha parlato così: “Quando ho visto la conferenza di Fusco che ha parlato di me come voce univoca anche se non mi è mai interessato fare il direttore sportivo a Verona. Quando chiesi delucidazioni sul mio ruolo al Presidente mi ha mandato a parlare con Fusco e la sua spiegazione è stata: ‘qui decido tutto io e faccio tutto io’, per questo ci son rimasto male. Luca Toni deve essere un valore aggiunto nelle società e sentirmi detto una cosa così mi ha un po’ ferito. Per un mio percorso di crescita penso ci sia bisogno di condividere in una società piccola come Verona, ho tenuto un bel rapporto con il Presidente e insieme abbiamo deciso di non proseguire, nonostante avessi già in mano il contratto per il prossimo anno”. Chiusura sul futuro: “Adesso vado in vacanza, poi aspetterò delle proposte che mi faranno crescere”.