“Sogno con lui”. Futsal e futebol: da Marcio a Matteo, l’Udinese riscopre Amoroso
Cresciuto nel calcio a 5, con i consigli del papà: “Ricorda Dele Alli”, ci racconta Marcio Amoroso di Matteo. Vent’anni dopo, ritorno al futuro nell’Udinese
“Volevo fare un omaggio alla Curva Nord”. Lo scorso ottobre sui social,
Marcio Amoroso aveva riscaldato i suoi vecchi tifosi sulle note di ‘Totalmente
dipendente’. Con tanto di bicchiere di vino in mano, da friulano doc.
Chissà se, più che un saluto al passato, si trattava di un brindisi al
futuro. Perché l’ex attaccante, oggi 44 anni e collaboratore per ESPN Brazil, sta
per tornare nella città dove ha fatto la storia. Con il cuore di sempre, con i
piedi del figlio
Matteo che, 15enne, è fresco di firma con l’Under 16 dell’Udinese.
“Per me è un sogno: non è così semplice essere figli di un ex calciatore: il
paragone con il papà, tanta pressione addosso. Glielo dico sempre. Ogni
partita, ogni allenamento, loro sanno di dover dimostrare qualcosa in più degli
altri per distinguersi da un nome importante come il mio, soprattutto a Udine. Quindi
è una bella sfida”
, ci racconta un Marcio Amoroso al settimo cielo ai microfoni
di
Gianlucadimarzio.com.
L’uso del plurale è d’obbligo, perché anche Giovanni (classe 1997) ha
provato a seguire le orme del giocatore nato a Brasilia.
“Ma purtroppo non fa
più parte delle giovanili dell’Udinese. Oggi gioca nel Boca Raton FC, negli
Stati Uniti, e studia lì. Quindi solo
Matteo ha l’opportunità di
continuare a unire questa famiglia a questi colori. Il ragazzo ha talento:
è
seguito già da tante squadre ma per l’amicizia che ci lega al presidente Pozzo
abbiamo scelto l’Udinese
. Matteo si è allenato in prova dieci giorni, è andato molto
bene e si è guadagnato così questo bellissimo regalo di Natale”
.
Un regalo che Amoroso senior ha festeggiato su Instagram, taggando Zico e Di
Natale: i due grandi 10 della storia dell’Udinese. Povero Matteo, quanta
responsabilità.
“Lui però non è un 10. Gli piace giocare in mezzo: può fare il
trequartista, l’esterno o anche la mezzala. Al giorno d’oggi è molto importante
saper giocare in diversi ruoli”
. Non quello di Marcio, anche se qualcosa dal papà lo ha preso. “Come tipo è un po’ come me: magro, slanciato, passo largo. Da quando
giocava a calcetto gli è sempre piaciuto provare una finta, l’uno contro uno.
Sponde, passaggi rapidi e tiro in porta.
Il futsal gli ha insegnato moltissimo: in Brasile ci ha giocato per cinque anni. Ha imparato a giocare negli
spazi stretti, lì fa la differenza ed è simile a me. Ma è meno fantasista ed è
mancino”
.
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Che giocatore può ricordare? “Lo vedo un po’ come Dele Alli. Un centrocampista
completo, che difende e che sa arrivare in area. O come
Ramires, tra i
brasiliani. Io gliel’ho sempre detto: -Se tu riesci ad adattarti nei vari ruoli
e impari la tattica, potrai giocare ovunque”
.
Quindi il calcio italiano è stata una scelta di testa, oltre che di cuore. “Certo,
è sempre il più difficile e quello che ti fa crescere di più. Tatticamente devi
essere perfetto. La qualità tecnica negli ultimi anni si è abbassata molto, ma oggi
il giocatore più forte al mondo gioca in Italia”
. Non fa il nome di CR7, ma
tant’è.
“La speranza è che la Serie A torni presto quella di una volta”.
Quella di Marcio Amoroso, nell’Udinese più forte di sempre. “Una squadra che
mi ha insegnato tantissimo. Sono arrivato giovane e ho vissuto tre anni
straordinari”
. 102 presenze e 42 gol tra 1996 e 1999, l’ultima stagione da
capocannoniere della Serie A.
“Per un attaccante come me è stato un traguardo strepitoso. Segnare tante reti nell’Inter, nel Milan, nella Juventus,
dove puoi avere 4-5 palle gol a partita è più facile. Farle invece in quella
che era una provinciale come l’Udinese, anche se oggi è cresciuta tantissimo, ha
un sapore diverso”
.
“Il gol più importante? Quello contro il Parma, i tifosi l’avevano eletto il più bello del Friuli”. Ci crediamo: stop di petto, sombrero a Sartor e
sinistro che brucia Buffon sul primo palo.
Era il 21 marzo 1999. “E ha pesato
tantissimo: alla fine di quella stagione siamo arrivati per il terzo anno di
fila in Coppa Uefa, che oltre al prestigio voleva dire un enorme giro di miliardi di
lire. È una rete che ha cambiato la storia dell’Udinese e di Marcio Amoroso. Al
minuto 44 del secondo tempo, me lo ricordo ancora”
.
Recentemente quella squadra ce l’ha raccontata Paolo Poggi. “C’erano tanti
giocatori esperti che mi hanno aiutato davvero: Stroppa, Desideri, Bierhoff campione
d’Europa con la Germania nel ’96, il nostro capitano Calori. Però con Poggi mi
sono trovato a meraviglia:
era un attaccante completo, troppo intelligente come calciatore. Ci capivamo nei movimenti e giocavamo con ‘i piedi
cambiati’”
.
Amoroso destro, ala sinistra e Poggi mancino, ala destra. La grande
intuizione tattica di Zaccheroni
. “A Udine io sono arrivato come trequartista. Ma
Zac giocava con il 4-4-2 e non ne voleva sapere di passare al 4-3-1-2 per
inserirmi.
Mi diceva: -O giochi davanti o non giochi-. Allora mi sono impegnato
e alla fine abbiamo cambiato anche il modo di giocare come squadra: era nato il
tridente
Amoroso-Bierhoff-Poggi. Un’arma contro gli avversari che non sapevano
come marcarci. E alla fine Zaccheroni mi sorrideva:
-Hai visto che avevo
ragione? Dovevi giocare davanti!-. -Però mister, con tre attaccanti è più facile
fare gol…-
. Uno degli allenatori più importanti della mia carriera”.
Marcio però non ne vorrebbe uno in particolare per suo figlio. “L’Udinese ha
grandissimi allenatori nelle giovanili, questa è la cosa più importante. Io
dico a tutti che
un settore giovanile forte cambia la società nel futuro, e i
bianconeri lo sanno. Siamo nel posto giusto per un ragazzo che ha il sogno di
diventare professionista e di crescere nel calcio italiano”
.
E Amoroso senior è pronto a sognare con lui. “Vivo per la famiglia, cerco i
difetti di Matteo negli allenamenti e nelle partite per poi aiutarlo a
correggersi.
Ora sono in Spagna, ma da giugno tornerò a vivere a Udine. Saremo
più vicini a mio figlio per dargli una mano a inserirsi e a parlare italiano. Non
vedo l’ora di tornare: amici, tifosi, Curva Nord dell’Udinese”
. Magari il
prossimo coro Marcio lo canterà proprio da lì. Guardando Matteo che si diverte,
da nuovo Amoroso bianconero.