Doveva essere la notte di Cristiano Ronaldo, che tornava nella sponda biancorossa di Madrid per affondare ancora una volta l'Atlético in carriera. E, invece, il vero protagonista della sfida del Wanda Metropolitano è un ragazzino che, forse, non ci si aspetterebbe: Anthony Elanga.
Già, perchè in quanti avrebbero pensato che Anthony Elanga avrebbe permesso al Manchester United di uscire imbattuti dalla trasferta di Madrid? In molti non ci avrebbero scommesso, ma nemmeno un frequentatore assiduo della Premier avrebbe potuto scommetterci anche solo un penny.
Gli bastano cinque minuti per entrare nella storia
L'esterno sinistro d'attacco dei Red Devils è chiamato a sostituire il più quotato pari ruolo Marcus Rashford al 75'. Quella che sembra la mossa della disperazione, in realtà, non è altro che un tassello premeditato da parte del suo allenatore Ralf Rangnick.
L'allenatore tedesco lo butta nella mischia e viene ripagato della scelta appena cinque minuti più tardi. Bruno Fernandes accende la lampadina e lancia il giovane Anthony in profondità: scattato sul filo del fuorigioco, ha la lucidità non solo di presentarsi davanti a Oblak, ma di batterlo con un tiro ad incrociare di destro.
Parliamo di una rete speciale per lui, perchè il destro, che non è il suo piede, gli consente di entrare nella storia della Champions League: se non consideriamo il gol realizzato in Youth League all'Atalanta, quello realizzato in serata è il suo primo goal nella competizione dei "grandi".
Quello segnato all'Atlético Madrid, però, rappresenta anche una sorta di consacrazione con la maglia dello United: con il pareggio, diventa, infatti, il marcatore più giovane del Red Devils nella storia della Champions. Gli sono bastati ben 19 anni e 302 giorni. Roba da predestinato.