De Bruyne fuori da 10 giorni, Grealish e Akanji acciaccati: un City che poteva apparire in difficoltà, con la testa già a Istanbul, vince l'FA Cup. I già citati non al meglio, ma c'è Gundogan a prendersi la leadership, morale e tecnica.
No De Bruyne? No problem. Gundogan si prende la scena
Con i suoi due gol ha regalato al Manchester City la settima FA Cup della sua storia. Ormai è diventato l'uomo doppietta sulla sponda blu di Manchester. L'anno scorso quella decisiva contro l'Aston Villa che aveva fatto conquistare alla squadra la Premier League. Poi quella nell'ultima giornata di campionato. Infine quella di Wembley: prima una sassata di destro dopo appena 12 secondi, il gol più veloce nella storia dell'FA Cup. Il secondo di sinistro, nelle prime battute del secondo tempo. Sulla trequarti, il tedesco è quello più ispirato con De Bruyne non troppo lucido. La squadra di Guardiola sembrava in difficoltà.
Sembrava, perchè poi in un modo o nell'altro è riuscita a portare a casa una vittoria storica. Anche grazie alla certezza Gundogan. Gli altri si fanno male? Lui rimane sempre lì, non subisce un infortunio dall'ottobre del 2021. Direte "semplice, sta sempre fermo". E invece no, lo trovi dappertutto: in ripiegamento, in impostazione, negli inserimenti e sotto porta. Solo per pochi centimetri gli viene annullato anche il terzo gol.
Una partita che si è rivelata più tattica del previsto. Lo United aveva ritrovato il pareggio non tanto sbilanciandosi ma giocando con i nervi scoperti del Manchester City. Il secondo vantaggio degli uomini di Guardiola ha condizionato tutto il secondo tempo con l'assedio della squadra di ten Hag e le ripartenze sempre pericolose di Haaland e compagni. Non basta l'ordine dei Red Devils per portare a casa la coppa. E il sogno Treble per il Manchester City rimane vivo. Ultimo atto contro l'Inter a Istanbul.
