Era il 21 maggio 1995, il Brescia era già retrocesso in Serie B con Lucescu in panchina. L’allenatore romeno fa alzare un ragazzo appena sedicenne dalla panchina e lo getta nella mischia contro la Reggiana, facendolo esordire tra i professionisti. Quel ragazzo era Andrea Pirlo.
Venticinque anni dopo, vuoi per caso o per uno scherzo del destino, è di nuovo Lucescu a far esordire Pirlo: questa volta come allenatore, in Champions League, contro la Dinamo Kiev allenata proprio da Mircea.
Intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport, Lucescu ha parlato di lui, al quale è legato da un profondo affetto.
“Non è facile iniziare la carriera da allenatore in una squadra che deve sempre vincere. Deve trovare un equilibrio in tutto quello che sta facendo. Contro la Juventus tutti gli avversari danno il massimo, penso che alla fine la differenza la farà il rapporto che riuscirà a creare con i suoi ragazzi. Sono convinto che riuscirà a fare strada. Pirlo e Baronio hanno iniziato insieme, con me, sono come miei figli”.
Pirlo ha subito regalato un dispiacere al suo ex allenatore, battendolo 2-0 in Champions League. “Veniamo da un periodo difficile, cinque anni senza disputare questa competizione. In squadra ci sono tanti calciatori dell’accademia, siamo riusciti a qualificarci ma dobbiamo ancora fare molto. I bianconeri hanno meritato la vittoria ma è stata una partita equilibrata. Spero che la Juventus possa qualificarsi e credo che lo farà insieme al Barcellona, noi puntiamo all’Europa League”.
Poi Lucescu, che in Italia ha allenato Pisa, Brescia, Reggiana e Inter, confessa che gli piacerebbe allenare una squadra italiana.
“L’Atalanta. Mi piace molto il gioco che propone. Sono veloci, aggressivi, attaccano gli spazi. Riflettono il mio gioco, sono bravi e fanno pochi errori nonostante giochino in maniera offensiva”.
L’intervista completa su Rai Radio 1