Ogni grande impresa ha una sua fonte d’ispirazione. Pensare il futuro riguardando al passato. Vale per tutti, anche per un imprenditore visionario di cinquant’anni. Un uomo che ha riportato in serie B la Reggina dopo averla salvata dalla scomparsa. La storia del presidente Gallo, ma anche quella del bambino Luca, figlio di un falegname calabrese emigrato tanti anni fa a Primavalle, periferia di Roma: “Quando andavamo nei mercatini dell’usato, capitava spesso di vedere un mobile scassato. Mio padre mi diceva sempre di non guardarlo così com’era, ma di immaginare come sarebbe potuto diventare. È quello che ho fatto con la Reggina un anno e mezzo fa”.
Presidente e restauratore. Come papà Egidio, applicando la sua visione a una società di calcio. In 18 mesi dalle macerie di un magazzino alla fiera della serie B. Seguendo l’esempio di papà: “Da ragazzino, quando uscivo da scuola, mi mettevo a lavorare con lui in bottega. Siamo di origini umili, sono stato sempre abituato a lavorare duro”. Prima di essere presidente della Reggina e fondatore della M&G, importante società multiservizi che facilita il lavoro delle aziende, è stato anche benzinaio, vetraio e cameriere. “I miei erano saliti a Roma da Rogliano, un piccolo paesino della provincia di Cosenza”, racconta in esclusiva a gianlucadimarzio.com. Migrazioni interne degli anni ’60, spostamenti figli della necessità. “A Rogliano purtroppo la riparazione di una sedia veniva pagata spesso con un caffè al bar”. Mamma Michela parla ancora in calabrese, lui ha spiccato accento romano. “Ero un romantico e sognatore, anche se si viveva di speranza”.
SPERANZA E RESTAURO: "NON AVEVAMO NEANCHE LE MAGLIE"
Quelle radici sono il suo manifesto. Basta aprire la sua scheda sul sito di M&G. Sette parole su una foto in bianco e nero: “Siate speranza anche quando non ne avete”. Una frase che si è ripetuto anche quando ha deciso di entrare nel calcio. Dicembre 2018, l’inizio della sua avventura a Reggio Calabria. “Quando sono arrivato le condizioni erano a dir poco disastrose. I giocatori non prendevano lo stipendio da mesi. Ogni calciatore aveva una sola maglia che un magazziniere – anche lui non pagato – puliva, lavava e riconsegnava agli atleti. Bastava un contrasto o una trattenuta per creare un problema. E la situazione per gli allenamenti era drammatica: veniva affittato per il tempo necessario un campo a Gallico, poco lontano da Reggio. Un campetto che ovviamente poteva essere prenotato anche da gruppi di amici o dopolavoristi per le loro partitelle. E la Reggina doveva attendere il proprio turno, come un gruppo amatoriale. Era un disastro, anche perché sentivo la città lontana dalla squadra”.
In poche settimane però è cambiato tutto. Prima il saldo dei debiti, poi il processo di ricostruzione aziendale. Business e anima: marchio riacquisito, riappropriazione del centro sportivo Sant’Agata, istituzione di una splendida sede in centro e creazione di uno store ufficiale. “Ho pensato a mettere le basi per una società sana, poi però nel calcio servono anche i successi sportivi. E per quello mi sono affidato a due professionisti eccellenti: il direttore sportivo Massimo Taibi e il nostro allenatore Domenico Toscano”. I risultati hanno riempito, quand’era ancora possibile, il Granillo e riacceso un entusiasmo esploso l’8 giugno, il giorno in cui il Consiglio federale ha ratificato la promozione. Nove punti di vantaggio sul Bari a otto giornate dalla fine. Classifica cristallizzata e biglietto di sola andata per la B. Fuochi d’artificio quel giorno e nelle successive settimane di mercato.
RETROSCENA MENEZ: "L'HO CONVINTO IN VIDEOCHIAMATA"
Il nome da vetrina è chiaramente Jeremy Menez. “L’idea ci è venuta durante il lockdown, parlando con Massimo (Taibi). Solo che il giocatore tentennava, come fanno le belle donne quando si fanno desiderare. Un giorno il direttore mi disse che Menez voleva parlarmi, facendomi capire che – più dell’aspetto economico – aveva necessità di sentire il progetto umano. Ho fatto una videochiamata. Eravamo in 4: io, il ds, Jeremy e suo fratello, che è anche suo agente. Gli ho spiegato sogni e intenzioni. Mi sono accorto subito che dall’altra parte c’era una persona perbene che cercava un riscatto sentimentale. Voleva un club in cui trovarsi bene, un posto in cui essere amato. Da lì è stato tutto in discesa”. Pochi giorni fa è arrivata anche la firma di un altro asso in attacco: il nordirlandese Kyle Lafferty, già protagonista in maglia Palermo. “Taibi e Toscano lo hanno seguito per mesi. È stata una scelta molto legata alle sue caratteristiche tecniche. È stato ritenuto un giocatore perfettamente funzionale alla squadra. Con lui però non ho fatto discorsi motivazionali. Anche perché non parlo bene inglese, si perderebbero le sfumature…”.
Discorsi che invece ha fatto spesso con Mastour, promessa del ‘98 in attesa di sbocciare da troppi anni: “Ha dei colpi da campione e io sono innamorato dei giocatori artisti. Parlo spesso con lui a Sant’Agata. Tecnicamente ha tutto per sfondare ma deve essere più tosto caratterialmente. Lavorare di più per la squadra e specchiarsi meno nelle sue giocate. Non è perso, vedrete. Credo tanto in lui”.
SOGNARE ANCORA: "ABBIAMO TRATTATO HERNANES"
E parlando di giocatori talentuosi, esce anche un grande nome che la Reggina ha trattato nelle ultime settimane: “Abbiamo lavorato per prendere Hernanes. Per il momento la situazione si è bloccata, ma il mercato è lungo e chissà”. Un colpo molto difficile, visto anche l'attuale status di extracomunitario dell'asso brasiliano, situazione ostativa a un suo tesseramento diretto in B, ma l’idea di provarci seriamente per l’ex laziale dice tanto delle ambizioni di Gallo. “Purtroppo dovremo anche vendere e sarà doloroso. Certamente dobbiamo puntellare centrocampo e difesa per adeguarci a un campionato durissimo”. In porta potrebbe arrivare Plizzari, classe 2001 di proprietà del Milan, numero uno ai mondiali under 20 e reduce da una stagione a Livorno: “Ci piace molto, ma stiamo valutando anche altri profili”.
ROMA: "QUANTO PIANSI DOPO IL LIVERPOOL"
Responsabile del settore giovanile - con squadra Primavera affidata a Falsini - sarà Antonio Tempestilli, bandiera della Roma, la squadra del cuore di Luca Gallo. “È un onore averlo con noi. Farà crescere i nostri ragazzi col suo esempio e portando una mentalità vincente”. La stessa che aveva inculcato nella Roma un presidente che per Gallo è più di un punto di riferimento: “Dino Viola è stato il più grande di tutti. Signorile e diretto, sapeva incantare e realizzare quello che prometteva. Pensare a lui mi emoziona sempre”. Un po’ come ricordare quella finale di coppa dei Campioni del 1984, vissuta all’Olimpico insieme a papà e persa ai rigori. “Ho pianto per una settimana, non mi vergogno a dirlo. Non me la dimenticherò mai, la più grande delusione sportiva della mia vita”.
MANIFESTO PER REGGIO: "NOIOSI MAI"
Le prossime gioie invece verranno costruite al centro sportivo Sant’Agata, dove tra qualche mese campeggerà anche un’opera di un artista reggino. “Ho lanciato un concorso perché voglio che qualcuno abbia uno spazio nel luogo più importante per la squadra. Un modo di legare il club al territorio”. La ricompensa per il vincitore sarà costituita da due abbonamenti triennali in tribuna vip.
Chissà se quell’artista lavorerà il legno come faceva papà Egidio. E chissà se dal suo posto in tribuna, sperando che ci si possa sedere presto, rivedrà quella serie A che al Granillo manca dal 2009. “Ai 3 milioni di reggini sparsi in giro per il mondo mi sento di dire una cosa. Non so come andrà, ma vi assicuro che non vi annoierete”.
Chiudendo gli occhi, in tanti vedono già i dribbling di Menez. L’oggetto di lusso della nuova casa. Restauro completato. O quasi. Perché il mercato è sempre aperto. Come quei mercatini dell’usato in cui il futuro andava immaginato.
Credits: Foto Lillo D'Ascola / Fotografo ufficiale Reggina 1914