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Livorno, Navarra: “Finisce storia gloriosa”. Spinelli: “Lotta di potere”

Il Livorno rischia di sparire. Anzi, è ad un passo dal farlo. Dopo 105 anni di storia, fatta di Serie A, Europa, campioni e top allenatori. E’ cominciato tutto un mese fa quando – l’11 settembre – Aldo Spinelli decide di tenersi appena il 10% delle quote senza funzioni operative. Il 69% del pacchetto viene acquistato per 1,5 milioni di euro da una cordata di imprenditori facente riferimento a Banca Cerea, mentre l’altro 21% viene comprato da Rosettano Navarra, ex numero uno di Frosinone, Fano e Vis Pesaro nonché nuovo presidente del Livorno votato all’unanimità. I problemi, però, nascono presto e sullo sfondo restano da versare una fideiussione di circa un milione di euro per il mercato più altri 870mila euro per scadenze con la Lega e pagamenti vari. Se quest’ultima parte è stata pagata da Navarra e Spinelli, per la fideiussione non c’è stato niente da fare, anche perché nel frattempo i soci di Banca Cerea sono spariti. C'è tempo fino alle 17 di martedì, ma le probabilità che venga versata sono praticamente nulle.

"Fine di una storia gloriosa"


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“Martedì il Livorno cessa di esistere – ha raccontato lo stesso Navarra ai nostri microfoni – ho convocato l’assemblea per portare i libri in tribunale. Finisce una storia gloriosa che non doveva finire. Io e Spinelli abbiamo fatto fronte ai nostri impegni, chi detiene il 69% non ci ha messo un euro. Il 13 ottobre scadono i termini e l’unica fideiussione che c’è è mia e si trova nella mia macchina. Parlo di 350mila euro, anche se in base alla mia quota ne avrei dovuti mettere 210mila. Ho aumentato perché da Spinelli e altri mi era stato detto che, dovendo loro avere da Banca Cerea 650mila euro di fideiussioni, avrebbero rimandato la scadenza al 31 marzo, così che l’istituto potesse nel frattempo usare quei soldi per arrivare al milione richiesto. Ma la Banca alle 14 mi ha detto che non avrebbe firmato niente”.

Cosa succederà adesso? Da mercoledì tutti i giocatori potranno ritenersi liberi. Tanta la rabbia di Navarra, che avrebbe qualcosa da chiedere anche a Spinelli: “Il Livorno aveva dei debiti che lui ha evidenziato nell’atto di cessione. Ma poi che ha fatto? E’ come se avesse venduto una villa da un miliardo ad un povero disperato che magari il fine settimana fa il cameriere a Roma. Doveva sapere che dall’altra parte c’erano dei soci che non avevano i mezzi necessari. Anche su di lui ricadranno le colpe del fallimento”.

Spinelli: "In corso una lotta di potere"


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“Ho contattato direttamente questa banca perché sapevo che aveva fatto già altre operazioni andate bene, come quella con il Carpi – ha fatto chiarezza l’ex presidente Aldo Spinelli sempre ai nostri microfoni – e poi quello che doveva tirare fuori subito, cioè 1,5 milioni, lo ha tirato fuori. In seguito sono subentrate dispute fra gli azionisti e io non ne ho saputo più niente”. Fatto sta che, sentendo Navarra, dopo una settimana dalla spartizione delle quote, i soci di Banca Cerea hanno iniziato a saltare Cda e pagamenti vari: “E’ in corso una lotta di potere fra gli azionisti della banca e il signor Navarra – continua Spinelli – loro sono rimasti estranei a tutto il calciomercato e ora sono furibondi, vedendo anche come è stato condotto”.

La delega della discordia

E qui si arriva ad un punto cruciale, ovvero all’esistenza di una particolare delega concessa dai soci della banca a Navarra in occasione dell’atto di cessione. Un foglio, cioè, con cui a quest’ultimo veniva concessa ogni tipo di responsabilità in campo tecnico, dalla gestione della squadra alla sua costruzione: “E’ vero – spiega Spinelli – ma adesso alla banca tutto questo non va bene perché si è resa conto che così facendo con il suo 69% non può farci niente. E siccome sente di non contare nulla, allora non vuole pagare la fideiussione. Cosa che invece farebbe qualora ottenesse da Navarra le sue quote”.

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Le domande di Navarra


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“L’allenatore (Alessandro Dal Canto ndr), l’ho condiviso con loro – le parole di Navarra – ma quando ho scelto come direttore sportivo Vittorio Cozzella, persona che conosco e di cui mi fido, è scoppiato il finimondo. Ma allora mi domando: che delega mi è stata data? Forse si sono accorti troppo tardi di avermi dato permessi che non volevano darmi, ma senza i quali non sarei mai entrato in società. Certo, così avrei risparmiato fatiche immani e centinaia di migliaia di euro…”. Insomma, sono tante le domande da farsi: “Per me è una giornata amarissima – ha concluso Navarra – da ora in avanti farò solo il passacarte dato che, in quanto presidente, sono obbligato. Poi la giustizia evidenzierà le colpe e non vedo l’ora che ciò venga fatto. Chi deve pagare, paghi. Io ho tutta una documentazione chiara di cui mi servirò. Partendo dal 21% non potevo fare di più. Probabilmente non avrò più la voglia di stare nel mondo del calcio. Vivo una situazione che mai avrei immaginato. Come fanno più imprenditori a prendere una società senza volerci mettere un euro? Come fa Banca Cerea, che immagino abbia svolto le sue verifiche prima, a non rendersi conto dei grossi debiti lasciati dalla gestione precedente? Perché una famiglia importante come quella di Aldo Spinelli, che sicuramente non ha bisogno di soldi, cede un club ad una banca per 1,5 milioni quando nei 20 anni di gestione ha speso molto di più per poi rischiare di uscire da questa situazione con una macchia indelebile?. Tutte domande che ci faranno compagnia per molto tempo. Intanto la Livorno del calcio piange e vive i suoi giorni più bui.