A un argentino due cose non puoi togliere: l’asado e il numero 9. E nel 2021, oltre al capocannoniere del campionato Julián Álvarez, un altro classe 2000 si è messo in luce in quella posizione.
“15 gol in un anno credo siano un bel numero, tutto frutto del mio lavoro: voglio solo migliorare”, semplice e coinciso, parla così José Manuel López a Gianlucadimarzio.com, dal caldo di San Lorenzo, nella provincia di Corrientes.
Il centravanti di proprietà del Lanús è tornato alle origini in questi giorni di vacanza, dopo un’annata da protagonista con la maglia del Granate non ha rinunciato a una partita di beneficenza con la sua gente nel giorno in cui ricadeva il 18esimo compleanno della squadra in cui ha mosso i primi passi, l’Academia de Saladas. “Ho iniziato giocando con i miei amici nel campo della scuola elementare: giocavamo scalzi sul cemento, a 5 anni sono andato al Club Atlético Progreso dal Profe José Luis Fernandez e poi all’Academia”. Proprio qui, all’età di 10 anni lo notò l’Independiente. “Fece dei provini nella mia provincia, grazie a Javier Cloz, l’allenatore che aveva li aveva organizzati. C’era anche il Quilmes che era interessato, ma scelsi l’Independiente per la sua storia”.
Scaricato dall’Independiente, nuova vita al Lanús
Da Corrientes a Buenos Aires, sette stagioni nelle giovanili del Rojo fino alla prima delusione della carriera, che però si è rivelata un’autentica sliding doors. “Mi lasciarono libero. Venivo da un anno in cui praticamente non avevo giocato per un infortunio e rimasi 3-4 giorni senza squadra. Potevo andare all’Estudiantes perché mio padre conosce il fratello della Bruja Veron, ma comparve il Lanús: rimasi subito entusiasta delle strutture e dalla loro professionalità. Ma comunque ringrazio l’Independiente per tutto quello che ho appreso e vissuto lì”.
Nessun rancore con il Rojo di Avellaneda, perché al Lanús arriva la svolta: è lì che per tutti diventa El Flaco. “Questo soprannome me lo ha dato Gabi Medina, il primo allenatore che ho avuto al Lanús. Lui, Cloz e Zubeldía sono stati quelli più importanti per me. Zubeldía è stato come un padre: prevedeva il modo in cui avrei segnato e l’ultima cosa che mi ha detto prima di lasciare il club qualche settimana fa è stata: “Ora devi iniziare a segnare su punizione”, quindi adesso cercherò di lavorarci”.
Zubeldía è stato l’allenatore che lo ha fatto debuttare tra i grandi lo scorso gennaio, dopo averlo visto in un paio di allenamenti lo ha provato come centravanti, un ruolo in cui non aveva mai giocato prima, visto che in passato giocava da trequartista o da seconda punta. Un’intuizione vincente, l’ennesima per un allenatore che in quanto ai giovani ha dimostrato di vederci lungo. 28 è il numero totale di gol segnati tra Lopez e il bomber storico del club, Pepe Sand, che ne fanno la miglior coppia del torneo. “Sand arriva da Corrientes come me e mi ha aiutato tanto. Mi ha fatto capire quanto sia importante l’allenamento e la cultura del lavoro”.
‘La morte di mia mamma è stata una motivazione in più’
Tuttavia, arrivare in Prima Squadra è stato un vero e proprio percorso a ostacoli. Nel 2019 la storia si ripete: non trovava spazio nella squadra Reserva (la nostra Primavera) e così il Lanús decise di cederlo in prestito. “Sono andato a giocare al Club Atlético Colegiales nel campionato Regionale, una sorta di quinta divisione. Siamo riusciti ad ottenere la promozione: un anno molto bello vissuto in una bella città come Tres Arroyos, tranquilla e con brava gente. Ricordo che dopo ogni vittoria cenavamo insieme, si era formato un bel gruppo e tuttora continuo a sentirli. Mi è servito per riprendere fiducia e giocare con continuità. Al termine della stagione mi avrebbero rivoluto per giocare in quarta divisione, ma è arrivata la pandemia e quindi sono tornato al Lanús”.
Il 2020 è stato l’anno più duro e drammatico per Josema, con la perdita di mamma Graciela, scomparsa su un letto di ospedale per arresto cardiorespiratorio dovuto al covid. “Ringrazierò sempre la mia famiglia per il supporto che mi hanno sempre dato. La morte di mia madre è stata una motivazione in più per far bene nel 2021”.
Tra sogni e obiettivi
Un 2021 iniziato con un gol di sinistro al Rosario Central e concluso con un'altra rete propro al club rosarino, ma stavolta di destro. In mezzo altre 13 esultanze. Anche se la specialità della casa è il colpo di testa, visto che è il terzo giocatore per duelli aerei vinti nella Liga Profesional. “Ma posso ancora migliorare nelle conclusioni e nella partecipazione al gioco”, dice il numero 42 che è stato anche accostato alla nazionale argentina in vista delle prossime convocazioni di gennaio come sostituto del Kun Agüero. “Non sono mai stato convocato nelle nazionali giovanili, ma ogni giocatore sogna di rappresentare il suo Paese. E’ la cosa più bella che possa accadere, mi fa piacere che si parli di me in quell’ottica e non mi sorprende, perché lavoro per questo. Non lo vivo con ansia, ma è la mia meta. Vedere le partite della Selección è qualcosa di unico, mi piace come gioca la squadra di Scaloni”.
L’Argentina ma anche l’Europa, con Zubeldía che in passato aveva detto che lo vedrebbe bene in Germania. Diverse società europee hanno iniziato a chiedere informazioni, per un attaccante con un contratto fino al 2025 e con il limite di non essere in possesso del passaporto comunitario. “Da bambino mi ricordo che la mattina guardavo le partite della Premier con mio padre. Guardavo il mio idolo Henry, poi c’era Rooney, oltre a Ibrahimovic anche se non giocava in Premier. Oggi il mio idolo è Messi e mi piace guardare la Champions durante la siesta. Non penso al futuro, sono concentrato a vincere col Lanús, ma sogno di giocare un Mondiale e di arrivare in Europa. Cerco di migliorare giorno dopo giorno, attraverso il lavoro quotidiano ho ottenuto tutto quello che sono oggi: questa è la strada”. Dopo un percorso tortusoso, costellato da delusioni e imprevisti, adesso López ha trovato il suo cammino.