“Tu vuoi davvero diventare un calciatore professionista?”. Le maestre gli ridevano in faccia. “Impossibile che accada, devi pensare a qualcos’altro”. Di chi sta parlando Mert Tuncer? Di uno dei suoi migliori amici dal giorno zero. Dejan Kulusevski (ora ad un passo dalla Juve). “È molto fedele alle persone che sono state con lui sin dall'inizio. È una persona umile e gentile. Ha sempre voluto assicurarsi che i suoi amici ci fossero nei momenti di felicità ma soprattutto in quelli difficili”, spiega Mert ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Il fuoco di Dejan
Mert c’è sempre stato. E ha visto la crescita del talento svedese da quando si allenavano insieme nei campi di periferia di Stoccolma e si prendevano in giro in continuazione. Un fratello con cui ha condiviso tutta la vita e che ora gioca in Serie A: “Mi ripeteva come un mantra che avrebbe presto dimostrato di essere un giocatore di alto livello. Gli ho sempre detto che prima o poi avrebbe brillato”. Classe 2000, il fuoco sempre acceso dentro. Ma da questa stagione è divampato. Già 16 presenze in campionato con la maglia del Parma e quattro gol, conditi da prestazioni di altissimo livello.
Bravo sì, ma non tornava mai in difesa
Di proprietà dell’Atalanta che lo ha portato nelle sue giovanili nel 2016, Dejan è un centrocampista offensivo mancino con i piedi delicati che sa anche difendere. Le sue ultime prestazioni hanno contribuito a portare il Parma al settimo posto in classifica in Serie A, nonostante gli infortuni. Ma non è sempre stato così. Lo conferma il suo allenatore ai tempi del Brommapojkarna Andreas Engelmark: “Amava dribblare e giocare in attacco, ma non tornava quasi mai. Dopo qualche partita mi sono stufato e gliel’ho detto. Doveva anche difendere. Dalla gara successiva vedevo che si sforzava a tornare anche se all’inizio non ci riusciva particolarmente bene. Ma ho sempre visto grande determinazione in lui e man mano ha imparato anche a difendere molto bene. Per quanto riguarda l’attacco non c’erano problemi. È sempre stato un prodigio”.
Amici del cuore
Quando Dejan ha esordito con la maglia della sua Svezia nella partita di qualificazioni a Euro 2020 contro le isole Far Oer, Mert era lì, alla "Friends Arena" di Stoccolma a tifare per lui, orgoglioso di vedere l’amico del cuore rappresentare il suo paese a soli 19 anni, ricordando i sacrifici fatti per essere sempre in campo: “Avevamo 13 anni e giocavamo contro tutti i grandi club in Europa. Prima di una partita mi sussurrò all’orecchio di avere così tanto male al ginocchio da non riuscire a camminare. Gli ho detto di stare a riposo e lui mi disse di amare troppo il calcio e di sentire il bisogno di giocare. Vincemmo 3-1, Dejan segnò 2 gol e fece 1 assist. Quella sera gli dissi che se aveva giocato così con quel dolore, nessuno lo avrebbe potuto fermare quando sarebbe stato al 100%. Si vedeva che era d’accordo con me”. Ora Dejan Kulusevski potrebbe tranquillamente tornare da quelle maestre che non credevano in lui: “Avete visto cosa ho fatto?”. Ha 'semplicemente' realizzato il suo sogno.
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