Una mattinata folle in un caffè di Mosca, tutto è iniziato così. Qualche birra di troppo e un video a incastrare Kokorin e Mamaev. Storia ormai tristemente nota: i due compagni di nazionale hanno aggredito con calci e pugni un funzionario del Ministero dell’Industria, tirandogli anche una sedia. Ma non solo, nelle ore successive è uscito un altro video in cui i due, in compagnia del fratello di Kokorin, picchiano un altro uomo, Vitaly Solovchuk, autista di un canale tv.
Da lì il finimondo: lo Zenit e il Krasnodar, club proprietari dei cartellini dei due calciatori, hanno punito severamente le azioni dei loro tesserati, definiti ‘morti come calciatori e ‘teppisti’. Dallo sdegno alle vie legali il passo è stato breve: Kokorin e Mamaev, infatti, rischiano fino a sette anni di galera.
Il processo ha preso il via ad inizio ottobre e in attesa del giudizio definitivo i due calciatori sono rimasti in prigione per due mesi in via preventiva perché ritenuti in grado di compiere altri atti simili oppure darsi alla fuga. La novità è che potrebbero rimanerci ancora: oggi c’è un nuovo processo per i due e si sta i valutando l’idea di trattenerli in carcere per altri due mesi o lasciarli andare ai domiciliari in attesa del giudizio definitivo. Dalle giocate con la nazionale russa ai fatti di cronaca. La triste discesa di Kokorin e Mamaev rischia di culminare con un lungo periodo di detenzione.