L'attaccante del Paris Saint-Germain parla in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport firmata da Walter Veltroni: "Da piccolo non avevo i soldi per potermi comprare le figurine, ora gioco con i due attaccanti più forti che ci siano. Ho sempre sognato di arrivare in alto, di giocare a questi livelli".
"Al Psg mi trovo benissimo"
Kean parla della sua avventura al Psg, dove è in prestito secco dall'Everton (QUI le ultime sul futuro): "A Parigi mi trovo benissimo, mi hanno accolto a braccia aperte, non me lo aspettavo. Qui la gente è più calda, con i compagni di squadra c’è una grande allegria, una gioia di giocare, ci si diverte. Siamo tutti giovani e però di grande talento. Qui puoi solo imparare. Mbappé e Neymar? Sono i due attaccanti più forti che ci siano. Giocare con loro è bello”.
"Da piccolo tifavo Milan"
L'ex attaccante della Juventus ha raccontato la sua passione per il calcio, iniziata presto, fra lo zio e l'oratorio di Asti: "Mio zio veniva sempre a vedere la tv e lui era milanista. Per cui allora scelsi il Milan. Ma poi cambiavo ogni giorno. Ad Asti andavo in oratorio sempre con mio fratello e visto che non potevo giocare con loro, cercavo di imitarlo. Mi mettevo da parte con un pallone e tiravo in porta".
Da Asti alla Juventus: "A tredici anni sono andato a vivere nel convitto della Juve, è stato un giorno durissimo. Dovevo lasciare mia mamma, mio fratello, i miei amici. Ma sapevo di andare lì per un motivo, per cambiare la mia vita. Dovevo farcela e ce l'ho fatta".
Ora invece, dopo la parentesi in Inghilterra all'Everton, è arrivato (in prestito) fino al Psg: "Dopo la partita con il Bayern mi sono reso conto di quanto siamo cresciuti. Siamo cambiati molto dall'inizio dell'anno. Ora tutto è possibile. Pochettino è un ottimo allenatore, ti fa lavorare tanto ma sa perchè, cerca di dare fiducia a tutti. Non guarda l'età, ma solo i valori in campo".
"Se mi è dispiaciuto lasciare la Juve? Sinceramente un po’ mi è dispiaciuto. La Juve mi ha dato tutto, sono cresciuto lì, senza la società non sarei dove sono ora. Ma poi ho capito che la vita di un calciatore è così e me ne sono fatto una ragione. Dovevo imboccare la mia strada, diventare uomo, era giusto così. La Juve mi resterà sempre nel cuore. Tornare alla Juve? Questo non lo so. Ora mi godo le semifinali, poi vedremo. Se sapessimo cosa succede domani, saremmo tutti ricchi".
Nazionale e il tema razzismo
Intanto, in estate, c'è l'Europeo da giocarsi con la nazionale: "La squadra è migliorata molto, penso che all'Europeo potremmo fare molto bene. I giocatori sono forti, l'allenatore e lo staff di primissimo livello. Io sono fiducioso nel risultato finale".
Chiusura su un tema molto caro a Kean, la lotta al razzismo: "L'ho sentito non solo in campo, anche quando ero piccolo. Bisogna combatterlo con decisione. Non si può subire, non si può accettare. Mi sembra assurdo che si possa discriminare una persona per il colore della sua pelle".
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