Juventus, come funziona il ricorso al Collegio di Garanzia dello sport
Pubblicate le motivazioni che hanno portato alla penalizzazione, ora la Juventus farà ricorso: come funziona il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport
Sono arrivate quest’oggi le motivazioni della sentenza dalla Corte d’Appello che ha portato alla penalizzazione di 15 punti in classifica della Juventus in merito al processo relativo alla plusvalenze fittizie. In estrema sintesi, il club bianconero è stato penalizzato dopo che “i nuovi fatti emersi hanno evidenziato un illecito grave, ripetuto e prolungato”. CLICCA QUI per leggere nel dettaglio tutte le motivazioni.
Ma cosa succederà adesso? Subito dopo l’ufficialità della penalizzazione in classifica la Juventus aveva annunciato che, una volta lette le motivazioni della sentenza, avrebbe presentato ricorso. (“Il club preannuncia la proposizione di ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport nei termini del Codice di Giustizia Sportiva“). Ma che cos’è il Collegio di Garanzia dello Sport, e come funziona il ricorso?
La Juventus ha 30 giorni per presentare ricordo al Collegio di Garanzia
Da oggi, giorno in cui sono state pubblicate le motivazioni (QUI) che hanno portato alla penalizzazione, la Juventus ha 30 giorni di tempo per presentare il suo ricorso. A quel punto il Collegio si esprimerà su tale ricorso, e lo farà secondo le proprie prerogative, differenti da quelle della Corte: il Collegio infatti non potrà riformulare l’entità della sentenza (ad esempio aumentare o diminuire i punti di penalizzazione o i mesi di inibizione), ma solamente confermarla o annullarla. Il criterio che verrà seguito per la decisione riguarda soltanto la forma, e non il merito del verdetto: se verranno rilevati vizi di forma, la sentenza verrà revocata, se invece non si registreranno sarà confermata.
Quello del Collegio di Garanzia dello Sport costituisce l’ultimo grado di giudizio per quanto riguarda la giustizia sportiva. Questo significa che se la Juventus dovesse ritenersi insoddisfatta del verdetto potrà ricorrere solamente al Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio e, nel caso, al Consiglio di Stato.