Vincere. Alla Juventus serviva questo. Serviva pure all’Inter, a dire il vero. Ma il nuovo corso di Allegri ora inizia a pagare un po’ di più. Con due nomi, quelli del tabellino: Rabiot e Fagioli. La copertina è loro, l’Allianz canta per loro e con loro.
Perché se ora i bianconeri cominciano a credere a una nuova stagione, o a una ripartenza post Mondiali, lo possono fare grazie a questi due giocatori. E a quella caparbietà dell’allenatore che, volente o nolente, a loro si è dovuto affidare per provare a risalire.
"Rabiot da dieci gol"
Torniamo indietro di un anno, quando Rabiot era (parecchio) in discussione. Con Sarri era andato così e così. Con Pirlo meglio, ma mai del tutto decisivo. Al suo arrivo, Allegri aveva però detto in maniera chiara: “Resta, e può fare almeno 10 gol a stagione”. Fiducia ripagata? Macché. Nemmeno una rete nella scorsa stagione, e solito tran tran di calciomercato che lo aveva visto quest’anno vicinissimo al passaggio al Manchester United.
Una trattativa avviata con la mamma agente ma una richiesta troppo alta sull’ingaggio (oltre 10 milioni di euro netti): impossibile trovare un accordo, con Allegri che si è ritrovato di nuovo il giocatore in rosa. E non avrebbe voluto lasciarlo andare così con semplicità. Ma ci ha riprovato, l’allenatore. E questa volta ci è riuscito. Già 5 gol in stagione, con record di due anni fa già eguagliato. E i fischi, ora, sono diventati tutti applausi. In attesa di capire cosa succederà con il suo contratto in scadenza.
Fagioli, la rinascita e l'abbraccio finale
Contratto che in estate era stato rinnovato fino al 2026 per Fagioli (i dettagli). Contro il Lecce, con una squadra quasi del tutto inedita, era stato lui a segnare la rete della vittoria. Quasi un simbolo della voglia di rinascita della Juventus, che aveva bisogno dei suoi giovani per riprovarci. E con l’Inter di nuovo. Una rete pesantissima, un’esultanza con tutti i compagni che spiega tanto: “Sì, ci sono anche io. E adesso me la gioco”.
Fagioli sorride, sorridono tutti quanti al fischio di Doveri. Anche Danilo, che si è visto annullato un gol (ecco perché), ma che era con tutti i compagni a festeggiare per tre punti davvero tanto importanti. Ah, come sempre: capannello finale di tutti i giocatori, prima di salutare le curve. Era stato un gesto simbolico, voluto dal gruppo in uno dei momenti più faticosi (dopo le sconfitte contro Benfica e Monza). Indica compattezza: tutti indispensabili. Anche chi non ci si aspetta.