“Un attaccante arriverà. Non posso dirvi chi, ma fidatevi che è… Forte”. Rewind, salto all’indietro. Le profetiche parole del club manager della Juve Stabia Giovanni Improta a rassicurare i tifosi dopo il ko casalingo contro il Pisa. E quell’indizio di mercato buttato lì, a meno di 24 ore dal gong del calciomercato estivo. La punta a Castellammare in extremis è arrivata. Forte, di cognome e di fatto. Con un soprannome che è tutto un programma: the Shark.
Un mese dopo la profezia, lo Squalo Francesco Forte ha morso. A Trapani, in una gara complicatissima per la Juve Stabia. Déjà-vu dell’acceso confronto in C della scorsa stagione. La squadra di Caserta l’ha ribaltata, da 0-1 a 1-2: merito dell’ex Canotto e di Forte. Stesso copione dell’ultima sfida al Provinciale dello scorso 8 dicembre. Gli attori stavolta sono differenti, anche il teatro è cambiato: adesso è Serie B. La Juve Stabia rischiava di annegare, ma il suo Squalo Forte l’ha salvata.
“Voglio dedicare il gol alla mia compagnia – ha dichiarato Forte dopo la sfida. E alla piccola che nascerà a febbraio”. Doppia gioia, dal calcio alla famiglia. Forte di sacrifici ne ha fatti per sfondare. Dalle giovanili dell’Inter all’ottima stagione in Belgio con il Waasland-Beveren. Lontano da casa per inseguire un sogno. L’ultimo gol in B l’aveva segnato il 13 marzo 2018 contro il Bari con la maglia dello Spezia.
Forgiato nell’Inter Primavera dal maestro Stramaccioni in una rosa tutta estro e qualità: da Livaja a Bessa, passando per Longo e Garritano. La Youth League vinta nel 2012 e 5 gol all’attivo con i nerazzurri. Forte è diventato… forte anche grazie ai consigli di Diego Milito: “Quando sei davanti alla porta, isolati dal mondo - ha raccontanto in un'intervista ai nostri microfoni -. Pensa solo a buttarla dentro”. Glielo ripeteva all’infinito l’argentino e, alla Pinetina, l’attaccante classe ’83 aveva occhi solo per lui. Uno Squalo che studiava da Principe.
Romano, cuore giallorosso e Totti come idolo. Non manca nulla. I colori della Roma non li ha mai indossati, ma l’esordio in prima squadra è arrivato proprio durante una sfida con Totti e De Rossi. Inizio da film. A mandarlo in campo fu un altro romano: Andrea Stramaccioni, allenatore dell’Inter nel 2013, quando all’Olimpico si giocava la semifinale di ritorno di Coppa Italia: “Stramaccioni mi disse che sarei entrato e io avevo i brividi. Quel giorno non lo scorderò mai. Per un romano giocare contro Totti e De Rossi è qualcosa di unico e irripetibile”. Emozioni indimenticabili, come quelle dell’esordio in A ad aprile dello stesso anno. Gavetta e responsabilità, gol e abnegazione. Forte non ha mollato.
La dura gavetta fra C e B, sempre in prestito dall’Inter. Poi nell’estate del 2018 il trasferimento a titolo definitivo in Belgio al Waasland-Beveren (i nerazzurri hanno mantenuto una percentuale sulla futura rivendita). Forte fa le valigie e parte. Senza paura e con i vecchi consigli di Milito stampati ben in mentre: 32 presenze e 8 gol nella scorsa stagione.
Il ds della Juve Stabia Ciro Polito monitorava Forte da tempo. L’occasione per prenderlo in prestito è arrivata in extremis, ma l’ha colta al volo. “Adesso si torna a casa”, aveva scritto Forte su Instagram qualche giorno dopo aver indossato la sua nuova maglia. Sì, perché in Italia è nato e cresciuto. Qui vuole affermarsi. Ci proverà con la Juve Stabia. Alla sua maniera, buttandola dentro. Con la grinta di uno Squalo: Forte, di cognome e di fatto.
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