Juve e l’inchiesta Prisma: dalle plusvalenze alla “carta Ronaldo”
Juve, cos’è l’inchiesta Prisma della Procura di Torino: le indagini sulle plusvalenze e cosa rischia il club
La Juventus, come noto, è da tempo implicata nell’inchiesta denominata “Prisma“, un caso legato alle plusvalenze ottenute dal club tra i movimenti di mercato di suoi attuali ed ex giocatori e sulle manovre stipendi portate avanti in particolar modo durante la gestione agli albori della pandemia di Covid-19.
Tra le cause delle dimissioni di Andrea Agnelli e dell’intero CdA bianconero, probabilmente, rientra anche l’inchiesta Prisma portata avanti dalla Procura di Torino in questi anni. Un’inchiesta che ha vissuto già varie tappe e che, ora, ne conosce un’altra non di poco conto. Ripercorriamo i punti cardine di questa vicenda.
Juve, cos’è l’inchiesta Prisma
L’inchiesta “Prisma” partì nel mese di maggio del 2021 e poggia le sue basi sull’indagine della Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistich della FIGC, ndr) che individuò 62 operazioni di mercato sospette, di cui 42 concluse proprio dalla Juventus. Finiscono sotto la lente d’ingrandimento le cosiddette “operazioni a specchio”, ovvero quelle operazioni di mercato che prevedono contropartite tra società, poco movimento di denaro e, conseguentemente, effetti positivi sui bilanci dei due club implicati.
Successivamente, poi, l’inchiesta Prisma è stata ampliata alla questione stipendi per i calciatori juventini, già legati al club al tempo dell’avvento del Covid-19. In quel frangente, molti club, anche la Juve, hanno regolamentato diversamente dal solito il pagamento degli stipendi ai dipendenti (compresi i calciatori), visto l’importante sbalzo in negativo del flusso d’entrate delle società durante la pandemia.
Questione plusvalenze
Il 25 novembre 2021 la Guardia di finanza effettuò una prima perquisizione all’interno dei locali della sede della Juventus. Sulla prima lista degli indagati erano presenti i nomi dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, il responsabile dell’area finanzaria del club Stefano Cerrato e, insieme a questi, i nomi di Fabio Paratici, Marco Re e Stefano Bertola, quindi tre (già ex) dirigenti che lavoravano in Juventus all’epoca dei fatti presi in esame. Le accuse sono di “false comunicazioni delle società quotate” ed “emissioni di fatture per operazioni inesistenti”. A seguire, nonostante non fossero presenti in Juventus all’interno del periodo indagato, sono stati convocati dai magistrati – perché ritenuti “informati sui fatti” – anche il nuovo ds Federico Cherubini, il segretario Paolo Morganti, il responsabile della seconda squadra Giovanni Manna e il nuovo amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Riconvocati insieme a questi ultimi Re e Bertola, che si avvalsero della facoltà di non rispondere alle domande dei magistrati.
In seguito alla prima perquisizione, il 2 dicembre 2021 la Guarda di Finanza ne dispose una seconda. Oggetto d’esame furono ulteriori documenti riguardanti i rapporti lavorativi tra club e calciatori. Un intoppo sostanziale, però, è che alcuni documenti di questo tipo vengono custoditi all’esterno della sede bianconera. Questo perché possono essere in possesso degli intermediari che hanno curato le negoziazioni tra le due parti. In questa fase, viene indagato anche Cesare Gabasio, responsabile legale della Juventus, perché intercettato in un confronto telefonico con il ds Cherubini mentre fa riferimento a una “carta che non dovrebbe esistere” legata al fenomeno portoghese Cristiano Ronaldo.
Questione stipendi
Oltre alla questione plusvalenze, in seguito, l’indagine si è occupata anche i singoli accordi tra club e calciatori ai tempi del Covid, aprendo un nuovo capitolo nell’inchiesta Prisma legato ugualmente alle accuse di falso in bilancio. La scorsa primavera, verso fine marzo e inizio aprile 2022, vennero chiamati a rispondere alle domande della Procura di Torino vari giocatori bianconeri. Dybala, Bernardeschi, Alex Sandro e anche Bonucci e Chiellini vengono ascoltati, insieme ad alcuni agenti, al commercialista di Ramsey, un responsabile dell’agenzia di Lucci e Veronique Rabiot, la mamma-agente di Adrien. Tutto per chiarire alcuni aspetti sugli stipendi ancora da pagare.
Infine, lo scorso 24 ottobre, la Procura di Torino ha reso nota ai componenti del Cda della Juventus (ormai sciolto con le dimissioni della magioranza degli elementi) e ai dirigenti con responsabilità strategiche l’avviso del termine dell’inchiesta aperta nel 2021. I legali della Juventus Bellacosa e Sangiorgio hanno affermato: “la Juventus e i suoi esponenti ritengono di aver operato nel rispetto delle leggi e dei principi tecnico-contabili in materia“.
Cosa rischia la Juve
Restano in tutto 16 indagati. I reati contestati sono:
- falso delle comunicazioni sociali;
- false comunicazioni rivolte al mercato;
- ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza;
- aggiotaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti.
In merito all’inchiesta Prisma, la Juventus non rischia reali sanzioni siccome l’indagine è avvenuta esternamente all’ambito sportivo. Il caso è di natura penale e riguarda l’ormai ex CdA bianconero, dimissionario nella serata di lunedì 28 novembre 2022.
Ne abbiamo parlato anche con l’avvocato penalista Gaetano Piermatteo, che ha spiegato a gianlucadimarzio.com cosa intacca realmente gli interessi dello Juventus FC e cosa resta fuori dagli interessi sportivi della società bianconera, introducendo anche le nuove figure del presidente Gianluca Ferraro e del direttore generale Maurizio Scanavino.