Niente derby per le donne iraniane. Neppure dopo il sacrificio di Sahar Khodayari, la ventinovenne che si è data fuoco per protestare contro il divieto di entrare negli stadi. Morta per le ustioni riportate, la tifosa era soprannominata la ‘ragazza blu’ per via del colore di maglia dell’Esteghlal di Teheran, la sua squadra del cuore. E, proprio il derby della capitale, fra l’Esteghlal di Andrea Stramaccioni e il Persepolis di Gabriel Calderón, rimarrà bandito alle donne, un divieto che in Iran vige da 40 anni.
“Dal Ministero dello Sport non è arrivata nessuna nuova disposizione, quindi consigliamo alle donne di non venire allo stadio”, ha dichiarato il capo della polizia, Hussein Rahimi. Un appello che, probabilmente, rimarrà inascoltato perché sono tante le iraniane che, in nome di Sahar, proveranno a varcare i cancelli dell’Azadi, impianto da 100mila posti. La ‘ragazza blu’, infatti, si era data fuoco proprio dopo il rinvio del processo in cui era imputata per aver tentato di entrare in un impianto sportivo travestita da uomo. In occasione dell’ultimo derby di Teheran furono arrestate 35 donne per aver provato ad assistere alla partita. Proprio mentre sugli spalti c’era anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino, che oggi ha chiesto alla federazione iraniana - di nuovo - di far cadere il divieto.
Questo il comunicato: “Spero che la Federazione e le autorità iraniane ascoltino le nostre ripetute richieste per porre fine a questa inaccettabile situazione. Li ho contattati diverse volte nel recente passato e così ha fatto anche l’amministrazione Fifa. Al momento, abbiamo una delegazione di membri della Fifa in Iran e sono impaziente di ricevere buone notizie da loro. La nostra posizione è chiara e ferma. Le donne devono essere ammesse all’interno degli stadi iraniani. Sappiamo che esistono passaggi che vanno presi prima che questo venga fatto in modo corretto e sicuro, ma è il momento di cambiare le cose e la Fifa si aspetta miglioramenti iniziali già nelle prossime partite in casa dell’Iran in Ottobre”.
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