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Inter, Lukaku: “Volevo diventare come Ronaldo e Adriano”

Potrebbero parlare in francese, ma scelgono l'inglese. Anche perché l'incontro è praticamente internazionale: Thierry Henry e Romelu Lukaku. In diretta su Instagram, come ormai di consueto. Il primo utilizza l'account della Puma, il secondo invece il suo personale. Un confronto tra grandi attaccanti, con qualche aneddoto davvero particolare raccontato dal nerazzurro. "Per me giocare all'Inter è come un sogno che si realizza. Non ci crederai" dice a Henry, "ma è la squadra che tifavo da piccolo. E sai perché? Volevo diventare come Adriano". Il tono poi si fa più serio quando l'argomento diventa il coronavirus: "La salute è la cosa più importante. Se la salute non é garantita al 100% perché dobbiamo giocare? Una volta appreso che un giocatore della Juve era malato hanno messo in quarantena tutti. Tutto ciò non é normale”Il riferimento ovviamente è al caso Rugani. 


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"Nel mito di Adriano"

Resta stupìto, Titi. "Davvero?". "Sì, come lui. È tra i primi ricordi che ho da calciatore, anche se i primissimi sono del '98-'99, quando avevo tra i 6 e i 7 anni". E chi giocava? "Ronaldo, il fenomeno. Sono cresciuto con il mito di diventare forte come lui, come Adriano, come Drgoba (che Scolari di recente ha accusato, ndr). Come sai, il calcio di oggi è davvero molto diverso da quello di allora. Adesso si segna di più, si gioca di più in attacco. Segnare 15 gol, a quei tempi, era difficilissimo".


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"Un 9 diverso"

Un confronto che mette in ballo mostri sacri. "I miei idoli" dice Henry, "erano WeahRomario. E Ronaldo, certo. Sapevano segnare da ovunque: non erano come gli altri numeri 9, che dovevano stare in mezzo all'area. Hanno cambiato il gioco del calcio, un po' come lo stai cambiando tu". E come? "Perché Conte ti dice dove andare, sei il primo a difendere, dialoghi molto coi compagni e con Lautaro. È tutto diverso. Sei un 9, ma non giochi sempre come un 9. Per esempio, Benzema Giroud hanno altri modi di giocare". Silenzio, un sorriso. "Scusa, devo liberare lo Yoga per la mia compagna". La diretta poi prosegue, questa volta in francese. I ricordi sono tanti, i confronti pure. Due campioni uno di fronte all'altro: il primo ha fatto la storia del calcio. L'altro ci prova.


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