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Handanovic: “Scudetto? Abbiamo la voglia e il dovere di provarci”

Dall’effetto Conte all’amarezza Champions, l’ultima intervista del numero uno nerazzurro

Il sogno scudetto, da capitano, un rimpianto Champions da archiviare in Europa League. Samir Handanovic tira le somme e racconta la sua Inter (QUI le ultime di mercato) ai microfoni di Sky Sport: "Sono orgoglioso di questo gruppo, partito sei mesi fa dalla Cina, con un nuovo allenatore, una nuova filosofia", le parole del numero 1 nerazzurro. "Abbiamo fatto grossi passi in avanti, siamo migliorati e i margini di crescita sono ancora tanti. Ma soprattutto questo gruppo va avanti insieme e pensa come un'unica cosa: questo è davvero importante. Essere capitano di questa squadra è una responsabilità di cui vado fiero".

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Quando le giornate di campionato sono ormai 17, la classifica certifica il duello in vetta con la Juventus: "Lo scudetto? Noi abbiamo la voglia e il dovere di provarci", dichiara Handanovic. "Poi ci sono tanti fattori da considerare, ma l'importante è avere una causa comune e andare d'accordo in campo. Diciamo che per ora siamo work in progress".

C'è tanto, del tocco di Antonio Conte in questa nuova Inter. "Sì, ho capito perché fa la differenza: di lui mi piace che, prima di aspettarsi tanto dagli altri, si aspetta tanto da sé stesso. E lo dimostra ogni giorno, guardando solo il campo e valutando il sacrificio da parte di tutti. La coppia Lautaro-Lukaku? Nessuna sorpresa, me l'aspettavo così forte. E mi aspetto di rivedere presto Sanchez con loro, un altro giocatore molto importante che ci è mancato".


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Chissà, magari sarebbe potuto essere un jolly da Champions. Il vero rammarico di un avvio di stagione altrimenti perfetto: "C'è una partita che vorrei rivivere e allo stesso tempo non rivivere", ammette Handanovic. "Quella di Dortmund contro il Borussia. Quella gara ci ha dato consapevolezza, ma ci ha anche fatto capire dove siamo mancati e che ci sono ancora passi in avanti da fare. Così come il match contro il Barcellona: l'eliminazione ha lasciato una ferita aperta e tanta rabbia".

Per il portiere sloveno, 32 anni e all'ottava stagione in nerazzurro, è comunque il momento della maturità. "Cerco sempre di migliorare nel lavoro quotidiano", spiega Samir. "Non ho grossi rimpianti, mi faccio solo qualche rimprovero. Per quanto riguarda il mio carattere posso solo essere orgoglioso dell’educazione che mi è stata data dai miei genitori, dall’etica del lavoro che mi hanno dato: insieme a mia moglie, cerco di trasmettere questi valori ai miei figli". Il capitano si congeda, l'Inter guarda già al 2020.


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