Toglietegli tutto ma non i suoi “vizi”, buon cibo e vino rosso. Oggi a Milano e ieri a Udine. Giusto un esempio: nel 2010 para un rigore a Samuel Eto’o e “vince” 88 bottiglie di vino. Un assist alla sua cantina, un premio per la qualificazione in Champions che verrà.
Samir Handanovic è un tipo silenzioso, in Italia lo chiamano Batman perché vola e para, soprattutto rigori (23 in carriera, soltanto Pagliuca ha fatto meglio con 24). Dopo il caso-Icardi è diventato capitano dell’Inter. "Posta” poco, parla anche meno, ma quando apre bocca ascoltano tutti, e usa la testa. Maurito out in estate? Se la sbriga così: “I ragazzi non devono pensare che siccome sono grandi calciatori allora tutto gli è permesso”. Freccia a segno.
Decisivo
Oggi è il frontman della banda Conte, 5 vittorie su 5, un solo gol subìto, battuta anche la Lazio (1-0, decide D’Ambrosio). Da amante del genere conosce il detto: “Il vino migliora invecchiando”. E Handanovic è un po’ come il Brunello, ha 35 anni ma ne dimostra 28, diventa più forte, coltiva la passione di una vita. Nel 2017 ha visitato un'azienda vinicola in Valpolicella (Veneto) per conoscere qualcosa in più sulla produzione: “La differenza la fanno i dettagli, in ogni ruolo”.
Sempre la Lazio
In porta continua a regalare brividi, e quando vede la Lazio si scatena: nel 2011 para un rigore a Zarate e le nega la Champions, nel 2018 incassa due reti ma alla fine festeggia lui, sempre in Champions. Oggi ha giocato l’ennesima gara da 8, mostruosa e totale, neutralizzando Correa in due occasioni con parate da top. E pensare che nel 2006 ha giocato anche una gara con la Lazio: era il terzo portiere dietro Peruzzi e Ballotta. Stranezze del calcio e della vita. A quei tempi amava già il vino, ma non ne conosceva i segreti. Nel 2006 lo mandarono in B a Rimini perché non lo consideravano pronto per la A. Guardatelo oggi, vola meglio di ieri. E invecchiando, ringiovanisce.