“Mi dicono che sembro sempre incazzato, ma questa è la mia faccia”. Una sola frase per spiegare Kevin Strootman. Sguardo di sfida, denti stretti e un ghigno che ha fatto impazzire i tifosi della Roma durante i suoi 5 anni nella capitale. Ora per l’olandese c’è di nuovo l’Italia, sponda Genoa. Accordo a un passo (QUI i dettagli) e un compito preciso: portare grinta, cattiveria e soprattutto la salvezza. Strada affatto semplice, ma di momenti difficili Kevin se ne intende alla grande.
Al suo arrivo a Fiumicino nell’estate 2013 si erano presentati in centinaia: “Uno dei centrocampisti più promettenti d’Europa” si diceva di lui. Attese confermate. Al primo anno con Rudi Garcia regge forse il miglior centrocampo giallorosso degli ultimi anni insieme a De Rossi e Pjanic (a gennaio si aggiunge pure Nainggolan). Risultato? 10 vittorie nelle prime 10 partite, a cui partecipa con un gol e 5 assist, e un secondo posto finale con 85 punti. “Kevin è come una lavatrice: quando gli arriva una palla sporca te la ridà sempre pulita”. Parola del suo mentore Garcia. E nuovo soprannome guadagnato.
Ma quel sinistro educato e potente viene subito messo alla prova: a marzo 2014 la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro mette Strootman ko. 8 mesi di riabilitazione, poi la ricaduta e la seconda operazione, che fa emergere anche dei problemi alla cartilagine. Solamente 13 presenze nelle due stagioni seguenti. Poi Spalletti e la rinascita. Nel 2016/2017 gioca 45 partite tra Serie A e coppe, realizza 6 gol e 8 assist e la Roma segna il record di punti in un solo campionato: 87. Altra stagione e altra impresa l’anno seguente, stavolta con Di Francesco: 3-0 al Barça e semifinale di Champions, ancora da protagonista.
Roma è pazza di Kevin, Kevin è pazzo di Roma. L’alchimia con i tifosi è totale. In campo dà tutto, forse anche di più. Si immedesima a tal punto da farsi quasi detestare da tanti tifosi avversari. Un’immagine su tutte, tornando un attimo indietro: derby del 4 dicembre 2016. Wallace tenta un improbabile dribbling in difesa e Strootman gli leva palla, Dzeko si fionda sul pallone ma l’olandese lo sposta con una bracciata: “Lasciamela, segno io”. Pallonetto morbido a Marchetti ed esultanza scomposta sotto la Curva Sud. Pochi minuti prima di gettare dell’acqua in faccia a Cataldi e commettere una simulazione, pena due giornate di squalifica. Ma per un romano acquisito ci sta perdere la testa in un derby.
L’estate 2018 è però tempo di addio: a mercato italiano chiuso la Roma lo vende al Marsiglia per 25 milioni più 3 di bonus. Girano voci che sia stata la società a farlo fuori, ma ci penserà lui a spiegare tutto: “Non mi hanno cacciato, ho deciso io di andare via”.
Il motivo ha nome e cognome: Rudi Garcia. I due si ritrovano, Kevin viene accolto da grande (e in stile Fortnite durante la sua presentazione) e fino a febbraio ha il posto da titolare assicurato. Poi un problema agli adduttori e qualche prestazione poco convincente lo fanno scalare a ribasso nelle gerarchie. Stessa storia la stagione seguente con Villas Boas, un rapporto mai decollato del tutto e pensieri d’addio ricorrenti.
Quest’anno all’OM ha definitivamente perso il posto, 13 presenze finora (una sola da titolare) tra Ligue 1 e Champions. Ma alcune cose non lo hanno mai abbandonato: la serietà, la professionalità, la voglia di riscatto. Ora vuole riprendersi tutto il resto. Dei numeri personali non gli è mai interessato, il primo pensiero è il bene della squadra. Forse anche per questo, parole sue, detesta il fantacalcio.
Due anni e mezzo dopo è prossimo al ritorno in Italia, per dimostrare ancora una volta di sapersi rialzare. Al Genoa lo ha voluto fortemente il ds Marroccu con il benestare di Preziosi. Anche loro, forse, innamorati della sua fisicità e della sua gestione del pallone. Esperienza, pulizia e solito ghigno. Una lavatrice per rendere il rossoblù ancora più splendente. Genova attende Strootman, l’esperto in rinascite.