Frosinone, sostenibilità e giovani: la genesi della squadra rivelazione della A
Le idee di Angelozzi e dei collaboratori, lo scouting e la programmazione: tutto sulla squadra, costruita con meno di 1 mln, che sta stupendo in Serie A
Partiamo dai fatti: il Frosinone di Eusebio Di Francesco ha eliminato il Napoli in Coppa in Italia con netto 4-0 al Maradona ed è sicuramente squadra rivelazione del campionato di Serie A. I 19 punti ottenuti fin qui valgono il tredicesimo posto in classifica ma se “guardare indietro non serve” – come ripete molto spesso DiFra – un salto nel passato va fatto per comprendere la genesi di questa squadra.
Un calcio sostenibile basato sui giovani
“Ho detto ad Angelozzi di intensificare la parte relativa ai giovani, che devono essere validi e accessibili. Il vecchio modo di fare calcio, con gente che viene qui a prendere lo stipendio, non ci interessa”, dichiarò due estati fa Maurizio Stirpe, presidente giallazzurro, che tracciò le nuove linee guida societarie: fare un calcio sostenibile e puntare sui giovani. Diktat recepito alla perfezione da Angelozzi, direttore dell’Area Tecnica giallazzurra, che anche quest’estate ha rivoluzionato la rosa rispetto all’anno precedente.
Nulla di nuovo, soprattutto per chi ha imparato a conoscerlo: un totale di 43 operazioni, 23 cessioni e 20 acquisti. Ma probabilmente nessuno, neanche il più fiducioso, si sarebbe aspettato un rendimento del genere. Sì perché la rosa del Frosinone è stata costruita con meno di 1 milione: 900 mila euro spesi sul mercato, con un monte ingaggi lordo che si aggira tra i 22 e i 23 milioni di euro. Niente se paragonato alle spese delle squadre presenti attualmente in Serie A. Dimostrazione di come la programmazione, le idee e lo scouting abbiano fatto di nuovo la differenza.
Gli uomini dello stratega Angelozzi
Oltre a contare su Piero Doronzo, vero e proprio braccio destro di Angelozzi con il quale collabora da diversi anni, il direttore catanese ha a disposizione una rete di “007 del mercato” davvero invidiabile. E il fiore all’occhiello di quest’ultima è Gianluca Longo, insieme ad Angelozzi dal 2018, che qualche giorno fa è stato premiato come “Miglior Responsabile Area Scouting” al Gran Galà del Calcio 2023.
Al “dietro le quinte” va abbinato l’ottimo lavoro di chi è in prima linea: Eusebio Di Francesco e il suo staff. Alla base della scelta, come dichiarato più volte da Angelozzi, c’è l’aspetto umano: le loro strade si erano incrociate già diverse volte, sia da direttore-giocatore che da direttore-allenatore. L’ultima esperienza insieme ha portato il Sassuolo a vivere una favola, con la prima qualificazione nella storia a una competizione europea. Ora a Frosinone – con l’età media per partita più bassa del campionato (24.2 anni, dati Transfermarkt) – l’obiettivo dichiarato è la salvezza e guai a fare voli pindarici, ma chissà che la storia non possa ripetersi…
I colpi del mercato: da Ibrahimovic a Cuni
Dallo studio nascono le intuizioni, che spesso portano a veri e propri affari: è il caso di Marvin Cuni, attaccante classe 2001 arrivato dal Bayern Monaco a titolo gratuito. Solo qualche bonus ai bavaresi, che hanno mantenuto il 15% sulla futura rivendita del ragazzo. Oppure l’operazione che ha portato Boloca al Sassuolo: 5 milioni cash entrati nelle casse giallazzurre più i cartellini di Harroui e Marchizza. Per finire poi con Arijon Ibrahimovic: primo 2005 a segnare in Serie A, 18 anni ancora da compiere ma già 2 gol e 1 assist in 7 presenze stagionali. Anche lui è arrivato dal Bayern Monaco e può serenamente essere inserito tra i capolavori realizzati da Angelozzi in Ciociaria. Il perché è presto detto: prestito (costato 100 mila euro) con diritto di riscatto – che ovviamente verrà esercitato – fissato a 3,5 milioni. I tedeschi però hanno mantenuto la recompra sul ragazzo e il prezzo è già stabilito: 11 milioni nell’estate 2024, 14 nell’estate 2025. Comunque vada sarà un successo.
Per Ibra, tra l’altro, Angelozzi ha potuto contare su un’aiutante davvero speciale: “C’è voluto tanto coraggio e un gran lavoro di scouting per chiudere questa operazione. Ma l’arma in più è stata mia moglie. È tedesca, l’ho fatta parlare con i genitori di Arijon per spiegare cosa avrebbero trovato qui da noi. Li abbiamo fatti venire per conoscere l’ambiente e si sono convinti”.
Senza poi contare gli altri “baby fenomeni” prelevati dalle big europee in prestito secco: troppo semplice fare il nome di Soulé, Barrenechea e Reinier, ceduti rispettivamente da Juventus e Real Madrid. Da Torino è arrivato Kaio Jorge, che – dopo un inizio un po’ a rilento – ora è diventato un protagonista della squadra Di Francesco, riuscendo anche a trovare il suo primo gol in Serie A.