Sostituto? No grazie! Il centrocampista del PSG Adrien Rabiot è rimasto molto deluso dopo la decisione del ct della Francia Didier Deschamps di escluderlo dalla lista dei convocati per il prossimo Mondiale. Rabiot è stato infatti relegato all'elenco degli undici "sostituti" che saranno chiamati solo in caso di necessità. Secondo quanto riportato da Le Parisien, il 23enne ha però rifiutato il ruolo destinatogli dal ct, preferendo pertanto azzerare le (già rare) possibilità di prendere parte a Russia 2018.
Testa calda? Non proprio. Già in passato Rabiot aveva coperto il ruolo di "riserva" dei convocati, prendendo parte al ritiro della Nazionale prima della partenza di questa per Euro 2016. "Riserva" però, non "sostituto". In quell'occasione, Rabiot non ebbe nulla di ridire: accettò le scelte di Deschamps e si allenò insieme ai compagni. Ma in vista dei prossimi Mondiali la federazione francese ha optato per una nuova soluzione: basta con le riserve, spazio a una innovativa lista di "sostituti", composta da undici calciatori che si dovranno far trovare pronti nel caso in cui qualcuno tra i 23 dovesse infortunarsi a tal punto da compromettere la propria partecipazione al torneo.
Fin qui, le novità sembrano poche. Ciò che a Rabiot non è andato giù è che, questa volta, agli undici calciatori in questione non sarà concesso allenarsi con il gruppo selezionato dal ct. In poche parole, in caso di necessità si dovranno far trovare pronti da casa loro. "No grazie!", ha risposto Rabiot, che piuttosto di allenarsi individualmente, ha preferito iniziare in anticipo le vacanze estive.
Una scelta che ricorda in parte quella di un altro grande escluso come Radja Nainggolan, ancora fuori dalla lista del Mondiale (per la seconda volta) e così deluso da dire definitivamente addio al suo Belgio. "Non ce la faccio più, non voglio più combattere - ha scritto su Instagram il centrocampista della Roma - andare al
Mondiale era un mio sogno da bambino e ora mi è stato portato via. Sono stanco di essere sempre dipinto come un cattivo ragazzo, voglio
essere giudicato per le mie prestazioni, non per quello che faccio
fuori dal campo".