Napoli, De Laurentiis: “Spero che Ancelotti resti 10 anni. Sarri? Non potevo aspettarlo”
Non soltanto il designatore Nicola Rizzoli, nel corso dell’ultima giornata del convegno Football Leader – che si sta svolgendo all’Università Federico II di Napoli – anche il presidente degli azzurri Aurelio De Laurentiis ha parlato del Var e della classe arbitrale. Oltre ad alcuni aspetti tecnici, De Laurentiis si è soffermato sulla governance relativa agli arbitri: “Quello che mi ha scocciato è che in Italia nessuno si vuole assumere le proprie responsabilità. Per me un arbitro è una persona equidistante che non può avere un ruolo politico – ha detto il presidente del Napoli -, se un arbitro appartiene ad un’associazione federativa è un errore. Credo che nel calcio, per un problema mediatico, si sia vissuto sul compromesso conveniente dell’ignoranza, non della conoscenza, ma di ignorare. Nel 1996 durante il governo Prodi, Veltroni trasformò i club in società per azioni. In Inghilterra non esiste un legame fra la Premier League e la Federcalcio, la classe arbitrale per me deve essere assunta dalla Lega di Serie A“.
“La Serie A dovrebbe quindi ingaggiare gli arbitri – ha proseguito De Laurentiis -, e se viene istituito un nuovo meccanismo come quello del Var non dev’essere criticato. La classe arbitrale con calciopoli ha avuto un momento che vogliamo dimenticare, ma ce l’ha avuto quindi quest’ultima deve tenersi fuori da qualsiasi tipo di dubbio, c’è bisogno di trasparenza. Forse ci sono troppi se e troppi ma, dovremmo chiuderci in un contesto insieme ad arbitri, società e giocatori per dire stiliamo un regolamento per capire cosa è verificabile con il Var e cosa no, così non ci saranno più se e ma. Nella cabina di controllo del Var ci vogliono dei tecnici, non arbitri perchè devono essere indenni, non possiamo dichiarare ogni volta guerra agli arbitri. Dovremmo richiedere al ministro dell’istruzione di inserire il calcio nelle scuole a livello tattico-teorico”.
In chiusura De Laurentiis ha anche risposto alle curiosità degli studenti: “Cosa manca al Napoli per diventare una forza europea importante? Nulla, in Olanda hanno fatto una classifica dove c’è una lista dei grandi club europei, tra le squadre italiane il Napoli viene subito dopo la Juve prima di Inter, Milan e Roma. La stampa dice che la nostra società è molto disorganizzata, invece dietro c’è tanto lavoro. Quando sono arrivato a Napoli nel calcio ho trovato un grande casino, una grande confusione, dopo 3 anni ho trovato tutto molto semplice. La differenza tra calcio e cinema? Nel calcio non conosci il finale del film”.
L’arrivo di Ancelotti
Non poteva mancare poi un commento sull’esonero di Sarri e l’arrivo sulla panchina del Napoli di Ancelotti: “Sarri? Io ad un certo punto ho comunicato alla stampa che il tempo per lui era scaduto. Sono responsabile di una società molto importante, non potevo stare ad aspettare le decisioni degli altri. Nessuno mi ha chiamato, non ci sono stati contatti, quella è una clausola che è stata messa a difesa delle mie scelte, quando non vengono rispettate allora non mi piace”.
Il presidente del Napoli poi spiega la scelta Ancelotti: “Ho deciso quindi di portare Carlo Ancelotti a Napoli, con lui ho già iniziato a lavorare. Ho mostrato al figlio di Ancelotti e al suo gruppo di lavoro le strutture di Castel Volturno. Il centro sportivo del Napoli è ora un cantiere, stiamo rivoluzionando il tutto. Il nuovo gruppo di lavoro deve lavorare al meglio. La risposta che non vi posso dare? È che giocatore compriamo. Durante i periodi di mercato, offendiamo dei giocatori che hanno, con impegno, vestito i colori del Napoli. Io non mi dimenticherò mai quando Antonio Conte mi fece una corte spietata per Koulibaly arrivando fino a 58 milioni. Gli dissi: Antonio abbi pazienza, che ci faccio con 58 milioni? L’importante è che rimanga al Napoli”.
Sul futuro di Ancelotti, De Laurentiis sottolinea: “Mi auguro che rimanga con noi per altri 10 anni, ma io devo pensare sempre al bene della società, mi muoverò sempre con quella obiettività che non si lascia prendere la mano dall’entusiasmo. Non vi preoccupate, con Carlo faremo quello che dobbiamo fare”.
“Balotelli mai preso in considerazione”
De Laurentiis poi si sofferma su Balotelli: “Non lo abbiamo preso in considerazione perché è un bravissimo calciatore e uno straordinario attaccante, ma dobbiamo capire con Ancelotti soprattutto in ritiro quali sono le possibilità del nostro gruppo esistente. Sono arrivato ad Ancelotti perché con Carlo ci siamo sentiti negli anni varie volte, mi ha dato sempre un senso di serenità e imparzialità. Quando mi chiamava per chiedermi un giocatore lo faceva sempre con pacatezza, non come Conte che mi chiamava più volte e insisteva. Ho preso Ancelotti perché è uno che ha vinto ovunque e non mi da l’impressione di usare il Napoli per poi andare da un’altra parte. Noi siamo sempre stati terra di conquista. Abbiamo una squadra forte, ci sono delle clausole rescissorie, per uno che ne possiamo perdere ce ne sono 4 che ne possono arrivare, sia per Ancelotti sia per le nostre possibilità economiche”.
Poi l’attacco a Higuain: “Benitez doveva andare via il primo anno, lo costrinsi a rimanere anche il secondo e avremmo centrato anche l’Europa che conta se qualcuno non avesse sbagliato un calcio di rigore. Hamsik? Ci siamo visti quando ci siamo salutati nello spogliatoio all’ultima di campionato, gli ho detto che questa è casa sua e se vuole andare via io non faccio sconti. Insigne? È un simbolo della napoletanità, della società è uno creato in casa. Per un napoletano non è facile stare a Napoli”.