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Marko Dmitrovic, il portiere goleador che vuole salvare l’Eibar

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“Se l’Eibar quest’anno si salva sarà solo grazie a Dmitrovic” era diventato uno dei luoghi comuni più diffusi in Spagna. Una di quelle frasi che, se in una conversazione avevi finito gli argomenti, la lasciavi lì ed eri sicuro di aver detto qualcosa di intelligente con cui riempire il vuoto. Ma questo era già da quando il portiere serbo si limitava a parare tutto ciò che fosse umanamente possibile. Adesso che si è messo pure a segnare, abbiamo abbandonato il campo della coscienza popolare per entrare in quello delle certezze.

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Minuto dieci. Ancora sul punteggio di 0-0, l’arbitro di Eibar-Atlético Madrid, Melero López, è convinto: calcio di rigore. Mentre lui è lì, col braccio teso ad indicare il dischetto, Marko Dmitrovic inizia a marciare verso l’area, ma non per cercare miglior visibilità. Si va a prendere il pallone, lo palleggia come se stesse per rinviarlo (deformazione professionale), se la sghignazza per un paio di secondi e, recuperata la lucidità, fulmina con lo sguardo Jan Oblak, uno dei suoi compagni nel club “Migliori portieri della Liga”. Solo chi è stato dall’altra parte sa davvero come si mette paura ad un numero 1.

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L’Eibar qualche problema coi rigoristi ce l’aveva. Edu Expósito aveva sbagliato col Granada e, fra l’incertezza sul suo successore, il piede sicuro del serbo aveva convinto Mendilibar a portarlo sul dischetto. Rincorsa breve, mani sui fianchi, sinistro sfrontato che spiazza Oblak. È il suo primo gol in carriera, anche se c’era andato molto vicino anche l’anno scorso, quando all’ultimo minuto di una partita impazzita col Siviglia, un inedito Lucas Ocampos con i guantoni da portiere gli aveva negato la rete.

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Con Dmitrovic, la cerchia dei portieri goleador in Liga si allarga a sette componenti. Fenoy, González, Santamaría e Chilavert come lui hanno segnato dagli 11 metri, Prats con una punizione e Aranzubia con un colpo di testa. Alla fine la partita l’ha portata a casa l’Atlético grazie al solito Suárez, ma “i rigori continuerà a tirarli lui finché non sbaglierà”, come ha confermato l’allenatore a fine gara. Allora mettiamoci comodi, perché il serbo non ci ha mai abituato agli errori. In fin dei conti, “se l’Eibar quest’anno si salva sarà solo grazie a Dmitrovic”, no?

Di Antonio Cefalù