Rivale per un giorno. Il ritorno di Daniél Ciofani a Frosinone
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Data: 06/03/2020 -

Rivale per un giorno. Il ritorno di Daniél Ciofani a Frosinone

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Il giallo e l’azzurro tatuati addosso, come una seconda pelle. Il numero 9 sempre lì davanti, a scrivere la storia del Frosinone Calcio segnando gol a ripetizione. Dalla Lega Pro alla Serie A, un’intensa storia d’amore durata 2230 giorni. Daniél Ciofani e il Frosinone, sembrava non potesse finire mai. Invece domani Daniél tornerà da avversario in quello che è stato il suo regno per sei anni. Daniél con l’accento sulla “E”. A causa del nonno paterno, che dall’Abruzzo era emigrato in Venezuela. Papà Tonino, nato nel paese sudamericano, ha mantenuto l’accento proprio della lingua della lingua spagnola.

Farà il suo ritorno in una cornice surreale: non ci saranno applausi, non ci saranno cori, non ci sarà il tributo della curva Nord al Re dei bomber giallazzurri. Lo “Stirpe” sarà vuoto come ogni altro stadio in Italia. Sicuramente non lo aveva immaginato così il suo ritorno a Frosinone. Un segno del destino forse. Nessuno in Ciociaria avrebbe voluto vederlo dal vivo lottare per altri colori.

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Arrivato nel luglio 2013 dal Perugia con un compito ben preciso: risollevare il Frosinone dopo due anni di Lega Pro. Chiuderà l’annata con una promozione arrivata ai playoff, conquistata da assoluto protagonista. Diciassette gol stagionali, diversi dei quali realizzati con l’aiuto del fratello Matteo, acquistato dalla Ternana dieci giorni dopo il fratello maggiore. Il rapporto tra i due è indissolubile.

Un’avventura iniziata nel cortile di casa a Cerchio, con la porta regalata da papà Tonino e mamma Emilia. Il copione era sempre lo stesso: Matteo crossa, Daniél fa gol. Fino a diventare grandi, sognando ce l’hanno fatta. Come nel dicembre 2013, primo anno in squadra insieme in Lega Pro, con la rimonta casalinga contro il Lecce. Vittoria confezionata dalla famiglia Ciofani: due gol del bomber, sigillo finale del terzino.

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L’anno seguente cambia la categoria, ma non la sostanza. Decisivo, come sempre. Il 16 maggio 2015 apre le danze in un “Matusa” tutto esaurito per la sfida contro il Crotone che può valere la Serie A. Destro al volo sotto l’incrocio e risultato sbloccato. Finirà 3-1, grazie a una doppietta del suo gemello del gol, Federico Dionisi. Oliver Hutton e Tom Becker, fratelli non di sangue, sempre fianco a fianco nei momenti di difficoltà. “Fa strano non avere più Daniel al mio fianco, ma siamo professionisti e a volte le strade si dividono”, dichiarò l’attaccante di Cantalice dopo la sua cessione. Domani le loro strade si incroceranno di nuovo, ma con addosso due maglie dai colori differenti.

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Una Serie A voluta, desiderata, assaporata per la prima volta a 30 anni. Nove gol realizzati, doppia cifra sfiorata al primo anno tra i grandi. Nove come il numero di maglia preso in prestito dal suo idolo Marco van Basten: “Ne studiavo ogni dettaglio. Il 9 dietro la maglia e il doppio saltello prima del rigore sono in suo onore”,  raccontò Daniél qualche anno fa ai microfoni di gianlucadimarzio.com

Uomo spogliatoio, capitano vero, sia in campo che fuori. Lo ha dimostrato più volte, come nella notte dello “Stirpazo” contro il Foggia. Daniél quella sera del 18 maggio 2018 non era in campo. Soffriva da fuori imbracciando un paio di stampelle, a causa di un brutto infortunio rimediato qualche settimana prima contro il Venezia. Li ha aiutati a rialzarsi da terra dopo il triplice fischio. “Dobbiamo far passare la nottata – dichiarò nell’immediato post gara in conferenza stampa – ma ci rialzeremo”. E così è stato.

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Nel calcio, però, nulla è per sempre. Qualcosa nell’ultima stagione in A si incrina, il feeling non è più lo stesso. Daniél riflette a lungo, indeciso se continuare con i giallazzurri o trovare una nuova squadra. Decide di rimettersi in gioco a 35 anni, a Cremona, lontano 576 km da quella che per sei anni è stata la sua seconda casa. Domani tornerà ad assaporare l’erba dello “Stirpe” 287 giorni dopo l’ultima volta. Stavolta la sua maglia numero 9 sarà pronta a lottare per altri colori, ma nulla potrà cancellare le pagine di storie scritte con il giallo e l’azzurro sulle spalle.

foto Frosinone Calcio



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