A maggio ha compiuto 37 anni. Dani Alves gioca in Brasile, la maglia è quella del San Paolo. Il coronavirus sta portando giorni di terrore da quelle parti, ma l'esterno ha comunque voglia di parlare di calcio: "Finché avrò l'anima di un guerriero continuerò anche a giocare", ha detto a Radio Catalunya, dove ha parlato del caos interno al Barcellona, partendo dal malumore di Messi: "E' un vincente, non gli piace perdere ed è normale che si arrabbi - ha continuato - vuole sempre vincere, come me. E' al Barça da molti anni ed è consapevole di ciò di cui ha bisogno per poter vincere. Lui è sempre stato il piatto principale, ma noi eravamo gli ingredienti perfetti. La sensazione ora è che deve sempre tirare la macchina da solo".
"Messi via? Più grande errore della storia per il Barça"
Guai a parlare di addio, però: "Non credo accadrà - ha spiegato Dani Alves - è la bandiera di questo club, di questa squadra e cederlo sarebbe il più grande errore che il Barça possa fare nella sua storia. Sarebbe un errore per un giocatore del genere non ritirarsi lì. Dovrebbero perfino cambiare il nome del Camp Nou in Leo Messi ".
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"Arthur un anno fa era Xavi"
Da un ex juventino ad uno che lo sarà presto. Una battuta su Arthur, acquistato dai bianconeri, non poteva mancare: "Non mi ha chiesto alcun consiglio per firmare con la Juve - svela Dani Alves - non capisco come un anno fa fosse considerato il nuovo Xavi e come adesso possa essere stato ceduto... le grandi squadre sono così, non ti danno il tempo di adattamento".
"Ho convinto Neymar ad andare al Barça"
Infine chiosa sull'amico Neymar: "Aveva un'offerta molto importante dal Real Madrid ma gli ho detto: 'Vuoi essere felice? Vieni al Barcellona'. È l'unica volta in cui ho convinto qualcuno di qualcosa. Se fosse dipeso da lui, sarebbe tornato senza pensarci".