Dalle magie in campo ai record in panchina: la nuova vita di Ciccio Cozza, oggi promosso in Lega Pro con la Sicula Leonzio. “Nel mio futuro c’è la Cina”
Concentrazione assoluta, braccia conserte, fischietto in mano. Il pallone arriva lì, proprio a un passo dalla linea laterale del campo. Uno sguardo veloce, poi il colpo: esterno destro sui piedi del collaboratore fermo dalla parte opposta. Precisissimo. ‘Ma questo tocco l’ho visto mille volte…‘. Sì, stupore e nostalgia, stile inconfondibile. Stile Francesco Cozza. Ciccio, meglio. Dal terreno di gioco alla panchina, passando per il web: nome in codice ‘idolo’. Con il sud come terra di conquista: prima la Reggina – da calciatore -, poi la Sicula Leonzio (qui il nostro viaggio alla scoperta dei segreti del club siciliano). In maglia da gara le magie, in tuta da lavoro impegni – “andiamo, ho pochissimo tempo” – e record. L’ultimo, il più importante: 15 vittorie consecutive alla guida dei bianconeri in Serie D, dieci punti di vantaggio sulla seconda a tre turni dalla fine del campionato e una promozione in Lega Pro – dopo 23 anni di assenza del club siciliano – agguantata oggi alla grande. Favola. Ecco la nostra intervista di pochi giorni fa.
FACCIAMO SERATA? – Un risultato incredibile per la squadra di Lentini – in provincia di Siracusa – che solo tre stagioni fa giocava nel campionato di Promozione e che si appresta a conquistare il terzo salto di categoria consecutivo. Merito dell’ex fantasista, che dopo essere subentrato a stagione in corso ha puntato tutto sul rapporto con i ‘suoi’ ragazzi. Vietato uscire? No sense. “E’ vero, questa è la mia filosofia. Sono stato un calciatore e so perfettamente come funzionano questi meccanismi. Certo, se si sta fuori tutte le sere sappiamo già poi come va a finire, ma uscire a cena, andare a fare qualche serata o bere una birra in più ogni tanto non fa nulla”. Onesto Cozza, senza filtri. “La cosa importante è una: ogni qualvolta si è in campo, sia in allenamento che in partita, bisogna dare sempre tutto. Tutto. I miei ragazzi, che hanno formato un gruppo eccezionale e che ogni giorno si sono messi a mia completa disposizione, hanno sposato in pieno questa mentalità. E a parlare sono stati i risultati”. Incredibili quelli della Leonzio, che a suon di record ha già fatto partire il countdown per la festa: “Quando il vantaggio ha iniziato ad essere corposo io ho continuato a chiedere il massimo – racconta Ciccio Cozza ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – e ho preteso che durante il lavoro settimanale non si mollasse mai nemmeno di un centimetro. L’umiltà dei ragazzi, insieme alla mia voglia di trasmettere questa mentalità vincente, hanno rappresentato il nostro segreto”.
‘SARO’ IL TUO CICCIO COZZA, VUOI ESSERE LA MIA REGGINA?’ – Basta digitare il suo nome sui principali motori di ricerca per capire la portata del personaggio. Idolo, senza troppi giri di parole, soprattutto in riferimento alla storia d’amore con la Reggina: “Devo essere sincero: mi hanno detto di questa fama di star del mondo social, ma io non controllo molto il web – ammette Cozza -. Di sicuro è una cosa che mi diverte e che mi fa indubbiamente piacere, ma sono troppo impegnato a pensare al lavoro. Adesso non si fa più la vita da calciatore…”. Cambia tutto sì: “Prima finivo l’allenamento ed ero libero, adesso invece si deve stare attivi ‘H 24‘ per trovare sempre nuove soluzioni e riuscire ad entrare nella testa di calciatori, staff e società. Ho capito che non basta fare gli allenatori, per fare questo mestiere al meglio bisogna anche essere degli ottimi psicologi”.
IL RE DEGLI SCHERZI – Modelli in panchina nessuno – “ho cercato di prendere il meglio da ogni allenatore che ho avuto” -, storie particolari tante – “ma non posso svelarle, se ne raccontassi anche soltanto una farei venire fuori il finimondo! Posso assicurare però che in spogliatoio e in ritiro ero uno di quelli a cui piaceva maggiormente fare scherzi” -, campioni incrociati in carriera diversi. Dal giovane Pirlo a Kallon passando per Mozart – “con i quali comunque rimane sempre un legame perchè è impossibile dimenticare le tante cose belle fatte insieme” -, a Sottil, “il mio amico Andrea, una delle mie ‘vittime’ preferite perchè se la prendeva un sacco dopo gli scherzi’ -, fino a Shunsuke Nakamura, “al quale ho dovuto lasciare il mio numero 10 per un contratto in essere con Adidas. Ho fatto un favore a lui, al presidente e non ho voluto creare problemi alla società: ho ripreso il 35, il primo numero che ho avuto quando sono arrivato alla Reggina”. Il migliore amico, però, soltanto uno: “Nel mondo del calcio uno come Goran Tomic non l’ho mai conosciuto. Sia in campo che fuori, un compagno straordinario. E adesso sono contento per lui, sta facendo un gran lavoro allo Shenzhen, in Cina, come vice di Sven Goran Eriksson”. Indizi?
PROFUMO D’ORIENTE – Segnali, eccome. E nemmeno troppo velati. “In questo momento penso soltanto a vincere il campionato e portare la Leonzio in Lega Pro, ma per il mio futuro l’obiettivo me lo sono proprio imposto”. Deciso Cozza, come quando si presentava sul dischetto del rigore per la gioia di migliaia di fantacalcisti: “Non so ancora quando, ma prima o poi andrò ad allenare in Cina. In alternativa mi piace anche l’Australia, penso siano due Paesi in continua evoluzione dal punto di vista calcistico, nei quali si potrebbe insegnare tanto. Ho questa voglia, ne sono proprio certo, e anche fino a poco tempo fa ho anche avuto dei contatti con club di entrambi i campionati. Farò quest’esperienza per poi portare qualcosa di buono in Italia”.
Concentrazione massima, umiltà e idee chiare. Dalle magie in campo ai record in panchina con la Sicula Leonzio, con l’Oriente nel futuro. Una nuova vita, “sempre al massimo”. ‘Sarò il tuo Ciccio Cozza, vuoi essere la mia Reggina?‘. Chissà come si dirà in cinese…