Davvero c'è qualcuno in grado di essere paragonato a Mourinho o, addirittura, di avere le potenzialità tali da poter essere considerato il suo erede? A quanto pare sì, e se a darne una piccola conferma è lo Special One in persona allora un fondo di verità c'è. In tutta Europa si parla ormai di Ruben Amorim, allenatore dello Sporting Clube de Portugal che, grazie al suo stile di gioco e e alla mentalità da stratega punta a emulare le gesta del suo idolo. "Guardiola? No, il mio modello è soltanto Mou. È un comunicatore unico": così il trentanovenne ha parlato dell'ex allenatore della Roma, che a sua volta lo ha elogiato dopo la grande cavalcata della scorsa stagione. Il carattere e la convinzione nei propri mezzi lo spingono sempre più al passaggio verso una big europea, ma chi è Ruben Amorim?
Da leggenda del Benfica...
Prima di emergere in panchina il classe ’85 era un vero e proprio allenatore anche in campo, un po’ come i suoi colleghi della nuova generazione (basti pensare a Xabi Alonso, Thiago Motta, Arteta o anche alll’ormai esperto Xavi). Dopo parecchi anni al Benfica in cui ha conquistato 11 trofei, il portoghese si è ritirato dal calcio giocato all'età di 32 anni con un obiettivo preciso in testa: allenare. E sin da subito Amorim ha iniziato a percorrere una strada ben precisa: senza nemmeno fermarsi si è prima seduto nella panchina del Casa Pia, squadra di terza divisione portoghese. Pochi mesi dopo il Braga, in cui aveva militato da calciatore, lo ha chiamato per dirigere la squadra B, ma in brevissimo tempo le sue qualità lo hanno portato a essere promosso “tra i grandi”. Da lì, neanche il tempo di portare Os Arsenalistas appena dietro le big three e di vincere la coppa di lega dopo 4 anni che lo Sporting è rimasto molto impressionato da lui, riportandolo a Lisbona nel bel mezzo della stagione 2019/2020.
... A trascinatore dello Sporting
Nonostante il passato glorioso con i super rivali, Amorim ci ha messo davvero poco a portare tutti i tifosi dalla sua parte. Sono bastati infatti pochi mesi per conquistare una coppa di Lega e soprattutto un campionato, che ai Leoes mancava addirittura da 19 anni. Ristabilita la gerarchia con Benfica e Porto, i biancoverdi grazie al suo apporto sono riusciti a tornare competitivi anche a livello internazionale, come dimostrato dalla semifinale di Europa League sfuggita nella scorsa stagione solo a causa dell'eliminazione contro la Juventus.
Nel segno di Mou
Nonostante gli emergenti allenatori europei si rispecchino in un modo di giocare a calcio “spettacolare” e molto votato all’attacco, lo stile di gioco dello Sporting da quando il trentanovenne siede in panchina è caratterizzato da qualcosa di particolarmente diverso. Amorim è riuscito a dare un’identità assoluta ai leoni di Lisbona, grazie al suo tipo di calcio più efficace che estetico che tende a evolversi nel tempo. Grande stratega e capace di adattarsi alle diverse situazioni, il classe ’85 è stato definito in patria come l’erede di Mourinho. Un passaggio di testimone chiaro, approvato anche dallo stesso Special One che gli ha pubblicamente fatto i complimenti dopo l’exploit della scorsa stagione.
Chiamatelo Re Mida
L’allenatore dello Sporting può inoltre essere considerato come Re Mida: tutti i talenti che tocca, si trasformano in oro. Negli anni a Lisbona Amorim è riuscito a valorizzare e a rendere grandi giocatori del calibro di Nuno Mendes, Palhinha, Ugarte - per citarne alcuni -, continuando a mandare avanti la tradizione del club. Adesso sta facendo lo stesso con Gyokeres, Inacio e anche l’ex Lecce Hjulmand, tutti calciatori in attesa del grande salto proprio come lui. Continuando così, infatti, sarà difficile per il club portoghese mantenere l’allenatore saldo in panchina: le sirene delle big europee fanno già un gran rumore.