Palline rimescolate, ritorno al sorteggio per una fase a gironi a Montecarlo dopo 3 anni ed urna nel complesso ancora abbastanza favorevole: dopo Universitatea Craiova e Shkendija, per il Milan il viaggio in Europa League proseguirà tra Vienna, Rijeka ed Atene, in un gruppo D alla portata della squadra di Montella. Pronta a puntare fortemente, con un gruppo decisamente rinforzato rispetto alla passata stagione, verso la finale di Lione: conosciamo meglio le prossime avversarie dei rossoneri, per un tris intriso di storia calcistica (coinvolgente in maniera diretta il Milan) e non.
AUSTRIA VIENNA, ECCO IL CONFRONTO INEDITO. IN UNA CITTA’ DAL VECCHIO SAPORE DOLCEAMARO…
Semplicemente, il club più titolato e vincente d’Austria: 24 titoli, 27 coppe nazionali ed un incrocio con l’Italia piuttosto recente, tra il 20 ottobre (2-4) ed il 3 novembre scorso (3-3), contro la Roma, per un confronto più che ricco di gol. La prepotente ascesa del Red Bull Salisburgo, vincitore degli ultimi 4 campionati, ne ha bloccato la striscia vincente, interrottasi nel 2012-13: e l’inizio di stagione, con 7 punti in 5 partite e ben 8 di ritardo dallo Sturm Graz capolista, non sembra neppure essere dei più promettenti, con la squadra di Fink attualmente classificata in quarta posizione. Contro il Milan, per l’Austria Vienna, sarà confronto inedito: le uniche squadre austriache affrontate prima dai rossoneri furono Rapid Vienna e Casino Salisburgo, con un bilancio complessivo di 6 vittorie, due pareggi ed un solo K.O., rimediato nella lontanissima annata ’57/’58 (5-2) nell’allora Coppa dei Campioni proprio contro la seconda squadra della capitale.
4-3-3 come modulo base, utilizzato costantemente nelle prime uscite ufficiali stagionali, e percorso tutt’altro che semplice per raggiungere la fase a gironi: dall’1-2 decisivo ottenuto a Limisso, dopo lo 0-0 di Vienna, al complessivo 2-2 contro l’Osijek, capace di premiare l’Austria Vienna grazie all’1-2 in trasferta dell’andata. Qualche difficoltà di troppo, insomma, ostentata in casa, in quel vecchio “Prater” (ora ribattezzato “Ernst Happel Stadion”, alternato ) teatro di un serate dal mix dolceamaro per la memoria rossonera, tra il successo nella Coppa dei Campioni del 1990 firmato Rijkaard e la sconfitta del 1995 contro l’Ajax (Kluivert): per Fink, già avversario del Milan da giocatore nel 2002-03 (quando vestiva la maglia del Bayern), la soluzione sarà tentare di appellarsi alla velocità e al talento di Pires (esterno offensivo brasiliano classe ’95 in prestito dall’Hoffenheim) e Prokop (trequartista classe ’97), agli inserimenti vincenti di Holzhauser (già capace di colpire la Roma) e ai gol di Monschein e Friesenbichler, chiamati a far dimenticare il peso offensivo di quel Kayode (24 gol l’anno scorso) passato in estate al Girona.
IL RIJEKA DEGLI “ITALIANI”, TRA EX SERIE A E B E STORIA
Si dice Rijeka...si legge Fiume. Ricordi e aneddoti storici, dalla prima guerra mondiale che fu, tra la rivendicazione italiana della città (al pari della Jugoslavia) andando oltre agli accordi di Londra e il colpo di mano militare organizzato da D'Annunzio, con la Reggenza Italiana del Carnaro crollata nel successivo 1920 grazie ad un attacco militare del governo italiano. Da stato libero, nato con il trattato di Rapallo, all'annessione all'Italia del '24, passando per l'annessione allo stato jugoslavo e all'inserimento nella nuova Croazia indipendente nel 1991: tricolore italiano che nel Rijeka campione di Croazia in carica, eliminato dall'Olympiacos nel preliminare di Champions League dopo aver fatto fuori New Saints e Red Bull Salisburgo, compare ancora a livello di proprietà (con il 70% delle quote in mano a Gabriele Volpi, patron dello Spezia) e tra i tanti ex Serie A e B presenti nella rosa del club croato. Da Zuparic, difensore ex Pescara, a Ristovski (ex Latina e Parma) e Vesovic (Spezia), passando per Elez (giovane difensore riscattato dalla Lazio), Gomelt (autore di una brevissima comparsa in gare ufficiali con la maglia del Bari) e soprattutto Misic, centrocampista classe '94 ex Spezia e perno fondamentale nel 4-2-3-1 disegnato da Kek. Una realtà che abbiamo scoperto da vicino solo pochi mesi fa (clicca qui per il reportage completo) illuminati dalla stella di Bradaric, regista classe '92 dal futuro più che roseo, in una squadra che non potrà tuttavia più contare su Franko Andrijašević, centrocampista con il fiuto del gol: 16 nella passata stagione prima di salutare e approdare al Gent, lasciando l'eredità realizzativa tra i piedi di Gavranovic (al momento miglior realizzatore della squadra in avvio di stagione), Matei e Jelic. L'avvio in campionato ha portato 12 punti in 6 partite, 4 in meno di quella Dinamo Zagabria capolista e sorpresa, proprio nella passata stagione, in campionato: egemonia interrotta solo per una stagione o più? Ai posteri, e anche nel test Europa League con l'inedita sfida al Milan, l'ardua sentenza.
IL "PASS" AEK ATENE E TANTI, INEVITABILI RICORDI
Si parte da un dato: il Milan ha raggiunto la finale di una coppa europea in ambo le occasioni in cui ha sfidato l'AEK Atene: Champions 94/95 e 06/07. Poco importa si tratti di Europa League, in questo caso: il talismano-pass (?) ateniese a righe giallonere rievoca ricordi certamente piacevoli a livello continentale dalle parti di Milanello, questione di sorteggi e...destino. Un po' come quello che riporterà gente come Cosic (ex Pescara), Christodoulopoulos (Bologna e Verona), Livaja (Inter e Atalanta ricordano) e Hugo Almeida, autentica meteora al Cesena, a riaffrontare una squadra italiana dopo le esperienze vissute in Serie A: il tutto nel 3-4-3 marchiato da Manolo Jimenez, tornato sulla panchina del club in estate dopo la precedente esperienza già vissuta nel 2010-11. Al centro della difesa, un'altra vecchia conoscenza del calcio mondiale ad alti livelli: quel Chygrynskiy che, nel 2010, fu fortemente voluto da Guardiola al Barcellona insieme ad Ibrahimovic, in una campagna acquisti destinata poi a rivelarsi tutt'altro che soddisfacente. Una stagione in Catalogna e 12 presenze prima di ritrovare lo Shakhtar, sposare il progetto del Dnipro e terminare il suo viaggio ad Atene: meta che il Milan ritroverà, con piacere e con il solo Storari come superstite della vittoria del 23 maggio 2007 contro il Liverpool, undici anni dopo. I precedenti? 4 in totale, con un pareggio, una sconfitta e due vittorie, una delle quali portò fortemente la firma di Yoann Gourcuff: nel 3-0 di San Siro del 13 settembre 2006, a brillare fu soprattutto un prospetto di enfant prodige mai maturato totalmente, in quella che figurò come serata illusoria per una carriera poi rivelatasi ben lontana dalle attese.
Qualche curiosità in più, poi: fondata nel 1924 da rifugiati greci fuggiti da Costantinopoli post guerra greco-turca, la polisportiva Athlitiki Enosis Konstantinoupoleos conta 11 titoli vinti (l'ultimo nel 1994) e 15 coppe di Grecia in bacheca: la gara più sentita, con ancora tanta storia sullo sfondo, resta il "derby di Costantinopoli" con il PAOK Salonicco, testimoniata anche dall'aquila bifronte presente nello stemma di ambo i club e volta a rappresentare l’ultima dinastia capace di regnare sull’impero bizantino, i Paleologi, pre conquista ottomana di Costantinopoli. Buona la prima in campionato (2-0 al Panetolikos), l'AEK ha raggiunto la fase a gironi di Europa League post eliminazione incassata dal CSKA Mosca, con doppio K.O. a seguito del duplice successo nel turno precedente contro il Bruges: in un girone che, tra calcio e storia, riporta finalmente il Milan in un contesto dal passato a dir poco glorioso. Step fondamentale per una stagione che, per i rossoneri, dovrà figurare come l'anno della rinascita.