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Into the (Austria) Vienna: viaggio nell’Osterreich del pallone

ll tassista non ha dubbi: “Austria Vienna? I più forti in città”. Ne è tifoso, ovvio. “Accanito”. Uno che da 8 anni ha l’abbonamento e “ci va sempre”. Mai un’assenza. Prima al Generali, ora all’Ernst Happel Stadion: “Che poi è molto più bello”. Pochi dubbi anche qui, chiedete all’Inter. O al Milan. Di sicuro se lo ricordano. Coppe dei Campioni ne abbiamo? Ben tre tutte italiane. Storia nella storia, sì. Perché nel 2008, proprio in questo stadio, la Spagna ha battuto la Germania vincendo l’Europeo, quello che avrebbe aperto un ciclo di vittorie. #Memories, diremmo. “E’ il nostro orgoglio”, ribadisce il tassista con un inglese un po’ stentato. Austriaci rimandati in lingue, a volte rispondono in tedesco nonostante la domanda sia in inglese. Boh. Abita a Meidling, ci dice lui. Distretto 12 che col film non c’entra nulla. Guida il taxi e impazzisce per i “violetti”. Ora, in Europa League, arriva la Roma: “Vincono loro, sicuro”. Ha poca fiducia: “Hanno Dzeko, Strootman, De Rossi, Salah…”. Secondo lui non c’è partita. “Sono finiti i tempi d’oro! Forse col nuovo stadio, chissà”. Ci lascia così, con qualcosa in sospeso. Con qualcosa da scoprire, scavare. Primo indizio: “i tempi d’oro”. Via su internet. Ventiquattro (24!) titoli d’Austria e ventisette (27!) Coppe Nazionali. “Si vabbè, ci sono loro e il Rapid”, direte voi.

Ma il palmarés è da giù il cappello prima che subito. (PS: metaforicamente si intende, perché col freddo che fa guai a levarlo). Poi… il nulla? Occhio al Salisburgo, sempre sul pezzo. Sei titoli negli ultimi dieci anni grazie ai gol di Soriano (e alla Red Bull…). Non il nostro, quello sta bene al Villarreal. Bensì Jonathan, perla catalana cresciuta nel Barcellona (dove sennò?). Pillole d’Austria pescate così. Qui e là. La chiamavano grandeur, prima. Con l’Austria Vienna protagonista anche in Europa. Ora meno e un po’ a fatica, traslocata pure “in un altra casa”. Ci arriveremo poi. Intanto, stasera, Fink&co “se la giocheranno”. Vogliono passare il turno, battere la Roma. “Vincere!”. Anche se “non sarà Davide contro Golia”. Palla che passa ai tifosi:

“Sembra semplice con 30mila voci, hanno una marcia in più” ribadisce Miki Konsel. Ve lo ricordate? Ex portiere della Roma, più di 40 presenze tra il ’97 e il ’99. Viennese, ex bandiera del Rapid, oggi fa il commentatore per Sky ed ha una scuola di portieri: “La tifoseria dell’Austria Vienna è molto calda – ci racconta brevemente in esclusiva – il calcio austriaco è migliorato molto, con la Nazionale abbiamo fatto bene. Contro la Roma ci saranno 30mila tifosi, è una gara difficile”. Pregi? “Hanno alcuni giocatori che possono dar fastidio, come Pires o Kouyade. Staremo a vedere”. Stadio da brividi intanto. Ed ecco l’altro punto: “lo stadio”. Dall’inizio del campionato i ragazzi di Fink non giocano più al Generali Arena. Anzi, pardon: al Franz Horr: “Meglio, sì”. Questione d’identità e non di sponsorizzazione (Generali, come l’agenzia). Che alla fine mette il soldo. Rovine, quindi.

Ormai la vecchia casa non esiste quasi più, l’abbiamo visitata. Ci sono ruspe, operai, macchinari vari. E’ un cantiere aperto. “Un investimento”, dicono. Situato anche un po’ fuori città, metro d’obbligo (U1 per la precisione, fermata Reumanplatz) e poi a piedi. Distretto 10, Favoriten, quello a cui appartengono i “violetti”. In tutto son 23. Franz Horr prima, ora? “Ristrutturazione”, come c’è scritto sui cartelli fuori lo stadio. Verrà costruito un nuovo impianto al coperto da 18.000 posti, il nuovo “Generali Arena”. Spazio, poi, a circa 700 appartamenti, una nuova fermata della metro, uffici del club e campi in erba sintetica dove allenarsi. La fine dei lavori è prevista per il 2018, mentre l’impianto che verrà viene definito come “un balzo in avanti per il calcio austriaco”. Introiti, prestigio, appeal, quattro stelle Uefa. I motivi sono vari. Vienna all’avanguardia pure nel pallone. E il “pure” non è a caso, ma ben motivato: parchi (stra)curati che con l’autunno si tingono di un colore tutto loro, metropolitana da 10 e lode, città pulitissima. Come il Danubio. Così maestoso e fiero. Orgoglioso come quel tassista all’ultima corsa di giornata: “Stacco, torno a casa a vedermi qualche speciale sulla partita di stasera“. Dove sarà presente. In viola, insieme ad altri 30mila come lui.