L’Argentina tira fuori il suo asso. Bastano novanta minuti ad Adolfo Gaich per far accendere i riflettori su di sé. Dall’inizio del Sub20 ha alternato partite da subentrato a gare da titolare. Gol? Zero. Pazienza, la squadra prima di tutto: “Aiuto i compagni in qualsiasi modo”. Lì davanti sgomita e crea spazio per gli inserimenti: “I gol arriveranno”. Profeta. In Cile, non in patria. Perché nella notte ne ha fatti tre tutti insieme contro il Venezuela. Due di destro (diagonale ad incrociare sul palo più lontano) e uno di testa. In mezz’ora l’ha aperta e chiusa. Palla sotto braccio e tanti saluti.
Un po' Lewandowski, un po' personaggio Disney
La notte magica di Gaich. El Tanque: a 19 anni è alto 1,90 metri. E in mezzo all’area comanda lui. Ma: “La mia forza non è il gioco aereo”. Alto e veloce, potente e tecnico. “Mi piace tornare indietro a prendermi il pallone”. Non lo aspetta, lo cerca. E’ uno che con le mani in mano non ci sa stare. Il suo modello è Robert Lewandowski: “Mi rivedo in lui”. Stesso fisico, stessa voglia di spaccare le porte. Ma studia anche i movimenti di Kane e Cavani. Paragoni? Sì, con Incrediboy, un personaggio della Disney. “Stessa stazza e stesso taglio di capelli”, dicono. E lui se la ride.
L’Argentina è stata criticata perché segnava poco. Tutte vittorie striminzite finora nel Sub20: tre 1-0 su tre successi. Il massimo risultato col minimo sforzo: “E’ vero, riconosco che ci mancano i gol”. Onesto Gaich. E bomber. Perché è bastato un attimo per far ricredere tutti.
Ha iniziato a giocare nella sua Bengolea, un piccolo paesino di circa 1000 abitanti nel dipartimento di Juàrez Celman, centro-sud di Cordoba. Poco calcio da quelle parti, si puntava più sulla pallavolo: “Il club non ha più potuto partecipare a tornei e campionato perché non eravamo abbastanza ragazzi”. Gira per qualche altra squadra finché a 10 anni fa un provino col River: “Le faremo sapere”. Non avrà più notizie. Poi arriva il Lanus che prima lo prova e poi lo scarta: “Gli mancava la fisicità”. Negli anni si è rifatto con tutti gli interessi.
La chiamata giusta è quella del San Lorenzo, per la felicità di papà Guillermo tifosissimo del Ciclòn. C’erano anche loro nel 2003 al Nuevo Gasòmetro per l’addio al calcio di Beto Acosta.
Il San Lorenzo e il trionfo nel Cotif 2018
Entra nel San Lorenzo a 15 anni e quella maglia non se la toglierà più. La nostalgia di casa durante i momenti difficili, l’amicizia e le risate con Manu Insaurralde: “Non ci dimentichiamo mai da dove veniamo”. Cresce con i consigli dell’ex attaccante Claudio Biaggio e si fa tutta la trafila nelle giovanili fino a diventare capocannoniere del campionato riserve l’anno scorso con 9 gol.
Debutto in prima squadra? Era dietro l’angolo, ed è arrivato puntuale. Ad agosto contro il Santa Fé. Idee già chiare in testa, a sei anni ha chiesto ai genitori di iscriverlo a un corso d’inglese perché: “Un giorno giocherò in Europa”.
Nessuna sorpresa però per chi aveva seguito il Cotif 2018, il torneo Under 20 che si gioca ad Alcudia, in Spagna, a 50 km da Maiorca. E’ un torneo misto di club e nazionali (il Valencia è la squadra che l’ha vinto più volte) che negli anni ha visto passare giovani promesse diventati campioni, come Andriy Shevchenko e Cafù o, più recentemente, Mauro Icardi e Lautaro Martinez. Capito il livello?
Nell’ultima edizione, Gaich è stato tra i protagonisti dell’Argentina che ha vinto il torneo (l’interista Colidio è stato premiato come miglior giocatore, QUI la sua storia): gol al debutto con il Venezuela e doppietta contro il Murcia.
190 cm di talento e qualità. El Tanque si è sbloccato anche nel Sub20, database aggiornati con il suo nome. Un po’ Lewandowski un po’ personaggio Disney. L’Argentina si gode il suo supereroe.