In campo lo si distingue facilmente. Una freccia sulla fascia snistra, capello rosso fuoco e una qualità nel mancino che non si trova facilmente in un terzino. “Prima giocavo mezzala, poi Diego Martinez mi ha spostato in difesa. Ho avuto buoni allenatori, ma lui e Mascherano sono i due più importanti“, così Valentin Barco a Gianlucadimarzio.com dal ritiro della nazionale argentina Sub20 a Valencia in vista della finale del Torneo de L'Alcúdia contro l’Uruguay.
Le parole di Barco in vista della finale contro l'Uruguay
Un Clàsico del Rio de la Plata che rappresenta l’ultimo atto della competizione giovanile, e anche uno degli ultimi impegni in vista del Sudamericano Sub20 in programma a gennaio.
“Abbiamo fatto bene sotto tutti i punti di vista e siamo ad un passo dal nostro obietivo, così oggi speriamo di raggiungerlo. È sempre molto bello giocare una finale, soprattutto quando rappresenti il tuo Paese. Il gruppo sta bene ed è molto unito”.
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Una squadra che segue gli ordini del suo comandante. “Javier è molto vicino a noi e ci lascia sempre qualcosa di positivo, oltre al fatto che sa molto e ti infonde molte cose buone grazie alla sua esperienze”. Il classe 2004 ha esordito lo scorso anno con la maglia del Boca Juniors e ha una clausola rescissoria di 15 milioni. El Colo vanta già 3 presenze con la Prima Squadra degli Azul y Oro e contro il Levante in semifinale ha colpito una traversa e ha fatto letteralmente il panico sulla fascia sinistra. “Il mio modello è Marcelo, lo ammiro molto”.
Un presente da protagonista con la Selección, frutto di un passato fatto di sacrfiici. “Dovevo fare 500/600 chilometri al giorno per andare a Buenos Aires ad allenarmi, al mattino la scuola, ho vissuto nella pensione del Boca fin da quando ero molto giovane, ma per fortuna ora vivo con i miei genitori e la mia ragazza. Siamo tutti molto felici”.
Il presente dice Boca Juniors e Selección, il futuro probabilmente sarà nel Vecchio Continente visti anche i tanti riscontri positivi da parte degli scout che lo hanno visto nel torneo in Spagna, nonostante sia alto 172 centimetri come Tagliafico. “Mi piace guardare il calcio in generale, soprattutto di Spagna, Inghilterra e Italia. Sarebbe un sogno giocare in Europa”. Anche se il grande obiettivo resta un altro. “Vincere un Mondiale e trionfare con un club”. Un trofeo lo potrà già alzare questa sera, alle 22 contro l’Uruguay, per il resto ci sarà tempo.