‘Vamo’ tucumano! Vamo’ Nacho!’, queste le urla di incitamento provenienti dalla tribuna piena di addetti ai lavori da tutto il mondo dell’Estadio de Fútbol Municipal Els Arcs de L’Alcúdia dopo il gol al 56’ della semifinale contro il Levante. Per Ignacio Maestro Puch e per la sua famiglia, che ha viaggiato per oltre 9mila chilometri dal nord-ovest dell’Argentina per accompagnarlo, non è stata una serata come le altre.
Dopo l’assist per il gol di Francisco Marco contro l’Unión Alzira, ecco il primo gol con l’Argentina Sub20 per l’attaccante dell’Atlético Tucuman. Il numero 21 ha sbloccato la gara contro Los Granotes
e ha permesso di indirizzare la partita sui binari albicelesti, con la squadra allenata da Mascherano che ha poi raddoppiato con Ovando nei minuti finali. Un successo che consente alla formazione del Jefecito di raggiungere l’Uruguay nella finale del Torneo de L’Alcúdia, con i Charrua che avevano vinto poco prima 1-0 contro il Valencia.
Argentina, la storia di Maestro Puch
Gran fisico e fiuto del gol: le caratteristiche che lo hanno sempre accompagnato nel settore giovanile. Ma il classe 2003 da bambino non giocava a calcio, bensì con la palla ovale del rugby, prima nel Los Tracos e poi nel Tucumán Lawn Tennis. A 14 anni è entrato nelle giovanili dell’Atlético Tucumán, ma prima era stato preso in prova dall’Independiente, salvo decidere di lasciare Buenos Aires e tornare a casa per la lontananza dalla sua famiglia.
Una serata simile, sempre a tinte albicelesti visti i colori del Decano, l’aveva vissuta lo scorso 19 luglio, data del suo primo gol nella Liga Profesional contro il Sarmiento de Junin, lo stesso avversario con cui aveva debuttato a febbraio. Un gol da 3 punti, che ha richiamato l’attenzione della Selección per convocarlo al torneo in Spagna, vista anche l’indisponibilità di Garnacho, Soulé e Luka Romero.
In una manifestazione che negli ultimi anni ha visto protagonisti tra gli altri anche attaccanti come Icardi e Lautaro Martinez, oltre ad essere stata il trampolino di Scaloni per allenare la nazionale maggiore. E chissà che come per i suoi predecessori, anche per Nacho il futuro non possa essere in Italia. Il passaporto italiano di certo potrebbe rappresentare un plus da questo punto di vista, grazie alle origini calabresi della nonna. Ora però testa al Clàsico del Rio de la Plata di domenica.